Tim, fusione con KKR più vicina

di Valentina Cervelli 7 Agosto 2023 16:44

A quanto pare la fusione di Tim con KKR sarebbe sempre più vicina. I colloqui infatti starebbero procedendo sempre più serrati in queste ultime settimane.

Cosa bolle in pentola per la rete di Tim

Va detto che sono molte le ipotesi che la stampa riporta in merito alla vendita della rete di Tim. Tutte, in diversa misura, riguardano il ruolo di KKR che ormai da anni insegue gli asset dell’ex monopolista italiano delle comunicazioni.

I grandi nodi da risolvere ovviamente il ruolo di Cassa depositi e prestiti e quindi del ministero per quello che concerne la cessione della rete. Il bene informati sottolineano che il fondo americano KKR starebbe accelerando sui tempi per presentare, nel più breve tempo possibile, l’offerta vincolante legata a Netco.

La roadmap ufficiale indica come tempo ultimo il mese di settembre: gli americani vorrebbero concludere entro agosto. Nonostante la buona volontà in tal senso non sarà semplice perseguire questo obiettivo. A quanto pare gli statunitensi starebbero cercando prestiti bancari per 10,5 miliardi. Una cifra che dovrebbe salire se l’offerta degli americani dovesse superare la forchetta tra i 23 e i 25 miliardi preventivati.

E’ proprio il mese d’agosto a rappresentare un problema in tal senso. Ma KKR potrebbe contare sul fatto che Vivendi avrebbe ammorbidito la sua posizione e sarebbe disposta ad appoggiare la cessione della rete Tim.

Il ruolo del Governo in futuro

Anche solo per non incontrare problematiche con il Governo italiano. Si sussurra che i 31 miliardi richiesti dai francesi potrebbero scendere proprio a 25. A patto che Netco poi si occupi di almeno 32.000 dei 40.000 dipendenti attualmente in organico, in modo tale da poter risanare le problematiche di ServCo, la compagnia che si occuperà della telefonia senza possedere l’infrastruttura.

Da quel che si evince finora sarebbe previsto un ingresso diretto del ministero dell’Economia all’interno della compagnia con un’acquisizione diretta del 15% della Rete tim. Questo a prescindere dalla sua presenza attraverso Cassa depositi e prestiti ora in Tim con il 10% del capitale e in Open Fiber con il 60%. Gli statunitensi punterebbero a possedere la maggioranza assoluta del capitale di Netco.

La partecipazione di F2i con il suo 20% porterebbe a una sorta di nuova nazionalizzazione della rete in caso di alleanza con il ministero del Tesoro. Tra partecipazione diretta e indiretta lo Stato sarebbe presente per il 35% del capitale.

Una volta conclusi gli investimenti per la fibra ottica sul mercato domestico gli americani rivenderebbero la quota a un valore più alto di quello d’acquisto. Lasciando la rete Tim sotto il controllo statale sebbene con una quota di minoranza.

Un approccio che non dispiacerebbe a nessuna parte politica. Vivendi da parte sua tenta di salvare il suo investimento. Riusciranno tutti a ottenere quello che vogliono?

Tags: tim
Commenti
  • Ita-Lufthansa, Antitrust europeo chiede di più
    Ancora problemi per l’accordo Ita-Lufthansa. Non bastava il rimandare la deadline: adesso arriva anche ennesima fumata grigia dopo l’incontro faccia a faccia con la responsabile della Commissione europea. Le richieste della Commissione a Ita e Lutfthansa Non sembra infatti essere finito nel migliore dei modi l’incontro tra Giancarlo Giorgetti e Margrethe Vestager. Anche semplicemente basandosi […]
  • Amazon, accordo con Telefonica per cloud
    Amazon si lancia nel mercato del 5G grazie a un accordo con Telefonica. Dimostrando ancora una volta di non avere paura di gettarsi in nuove prove. L’accordo tra Amazon e Telefonica Soprattutto con un fatturato alle spalle che gli permette di esplorare nuovi mercati. Questa volta è toccato a quello delle telecomunicazioni ed è inutile […]
  • Ita-Lufthansa, verdetto slitta ancora
    Ancora ritardi per Ita e Lufthansa: è stata spostata ancora una volta la deadline per la decisione della Commissione europea in merito all’acquisizione di quote del vettore italiano da parte dei tedeschi. Decisione Ita-Luffthansa spostata al 4 luglio La nuova data prevista è il 4 di luglio. E chi lo sa che non rappresenti una […]