Tesla e Stellantis? Le aziende automotive più sofferenti
Tesla e Stellantis sono le aziende del mercato automotive che più di tutte soffrono in questo momento il calo delle immatricolazioni.
I problemi di Stellantis
Dobbiamo sottolineare come, generalmente, in Europa questo mercato sia in stallo, con particolari performance negative in Francia e Germania. Nonostante una crescita europea delle immatricolazioni del 2,8%, più o meno in linea con quella dell’anno precedente, il primo trimestre non ha dato buoni risultati.
E i livelli di immatricolazione pre-pandemia sembrano ancora un obiettivo lontano. I dati ci raccontano infatti che il comparto, rispetto a quell’anno, è ancora in perdita di oltre il 18%. La problematica è sempre la stessa: se i consumatori non hanno i fondi necessari per acquistare auto troppo costose rispetto alle loro remunerazioni, non si possono pretendere passi in avanti.
In alcuni Paesi come l’Italia, l’immobilità degli stipendi rispetto a 20 anni fa, se non addirittura un loro calo, non consente ampia libertà di azione. Questo si riflette nel 12% di calo nei volumi dall’inizio dell’anno, in opposizione a quelle che sono le performance di altre case automobilistiche come Renault (+13%) e il gruppo Volkswagen (+10,3%). I numeri di Stellantis, tra l’altro, sono tali nonostante l’aumento dei volumi di Jeep, Alfa Romeo e Peugeot.
Il caso di Tesla
Detto ciò, il caso più rilevante al momento è quello di Tesla, che ha fatto registrare numeri drammatici per quel che concerne l’utile netto, con un calo del 71% e del fatturato. A tal punto che, secondo le indiscrezioni, i soci di Elon Musk in Tesla avrebbero richiesto allo stesso di prendere una decisione in merito al suo coinvolgimento governativo.
Una domanda che ha trovato velocemente risposta nel disimpegno a stretto giro e quasi totale del manager di SpaceX dal suo ruolo nel Doge. Tesla, come azienda, ha prevalso per importanza, portando i titoli della società a crescere nuovamente dopo un periodo difficile che si protraeva da tempo. Non dobbiamo dimenticare che, soprattutto in risposta ai licenziamenti indiscriminati nei confronti dei funzionari statali americani, i potenziali compratori delle auto elettriche dell’azienda hanno dato vita a un boicottaggio completo.
Non solo sono quindi calate le immatricolazioni, ma sono state restituite molte automobili da chi le aveva già precedentemente acquistate. Anche senza contare gli attacchi nei confronti delle strutture di Tesla, che devono essere condannati, il danno reputazionale fatto alla società dal comportamento politico di Elon Musk ha lasciato il segno. Rendendo anche Tesla, insieme a Stellantis, protagonista di dati non particolarmente entusiasmanti.
Il punto rimane sempre lo stesso: saranno in grado le diverse case automobilistiche di ripartire in modo adeguato? Non sarà ora, sia per Tesla che per Stellantis, di mettere in atto un approccio differente come quello presentato anche dallo stesso gruppo Volkswagen in difficoltà?