Malattie gravi: cosa cambia con la nuova legge

di Valentina Cervelli 8 Agosto 2025 10:26

Malattie gravi e lavoro: cosa cambia? Il 18 luglio 2025 è entrata in vigore una riforma molto attesa, pensata per tutelare i lavoratori affetti da malattie gravi.

Cosa cambia con la nuova legge

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 25 luglio, la nuova legge introduce strumenti concreti per sostenere chi si trova ad affrontare patologie croniche, invalidanti o oncologiche, cercando di rendere il rientro al lavoro meno traumatico e più rispettoso della dignità personale.

Una delle novità principali riguarda la possibilità, per tutti i lavoratori affetti da malattie gravi, di richiedere un congedo straordinario non retribuito fino a un massimo di 24 mesi. Durante questo periodo, il posto di lavoro è garantito e si ha anche la possibilità di riscattare i contributi versandoli volontariamente. Attenzione però: per accedere a questa misura, è necessario che la propria invalidità sia riconosciuta pari o superiore al 74%.

Questa tutela, per la prima volta, viene estesa anche ai lavoratori autonomi. I quali potranno sospendere la propria attività fino a 300 giorni all’anno. Senza ovviamente perdere i propri diritti sul posto di lavoro. E al momento del rientro, la legge prevede il diritto allo smart working, per consentire una gestione più flessibile degli orari e favorire un reinserimento graduale.

C’è anche un piccolo ma significativo passo avanti sul fronte dei permessi retribuiti. Sono state introdotte 10 ore in più ogni anno, da utilizzare per visite mediche, terapie o esami diagnostici. Queste si sommano a quelle già previste dai contratti collettivi e hanno lo scopo di evitare che i lavoratori debbano usare ferie o permessi personali per motivi di salute.

Un punto di partenza

Fino a oggi, i lavoratori affetti da malattie gravi potevano contare su strumenti frammentari e spesso insufficienti. I congedi previsti erano in genere più brevi e non tutelavano adeguatamente la posizione lavorativa nel lungo periodo. Non esisteva un diritto al riscatto dei contributi per i periodi di assenza prolungata, né un riconoscimento formale del diritto allo smart working al rientro.

Inoltre, i lavoratori autonomi erano totalmente esclusi da qualunque tipo di protezione. La riforma del 2025 cambia direzione, introducendo per la prima volta un impianto organico di tutele pensate per accompagnare chi affronta malattie importanti senza dover rinunciare al proprio lavoro.

Nonostante i passi avanti, molte voci del mondo del lavoro e delle associazioni dei pazienti sottolineano come queste misure siano ancora troppo timide, soprattutto sul piano previdenziale. Il fatto che il congedo non sia coperto e che i contributi debbano essere riscattati a proprie spese è un limite importante. Tuttavia, in un mercato già fragile, dove l’occupazione è spesso precaria, poter conservare il proprio posto anche durante una lunga malattia è già, per molti, un segnale di speranza.