Banche tedesche in crisi, le ragioni

Scatena il caos la vendita delle azioni delle banche tedesche da parte di un ignoto investitore.

di Valentina Cervelli 13 Aprile 2022 15:42

Le banche tedesche sono in crisi: ma per quale ragione? La guerra? L’inflazione? Scopriamo insieme cosa è successo negli ultimi giorni in Germania e perché ha avuto un peso sull’andamento degli istituti finanziari.

Deutsche e Commerzbank le coinvolte

A essere state travolte da problemi sono state nello specifico Deutsche Bank e Commerzbank, due dell e banche più importanti della nazione. La colpa di questa crisi improvvisa è di un investitore anonimo che, da ciò che è stato ricostruito e raccontato dai media di tutto il mondo, avrebbe venduto rilevanti pacchetti di azioni, mandando letteralmente in crisi i due istituti.

Reuters, nota agenzia internazionale, ipotizza che dietro a un simile pasticcio possa esserci Capital Group. Parliamo di una società americana che dal novembre del 2021 ha in mano il 5,20% di Deutsche Bank. Si fa anche il nome di Blackrock, fondo che ne possiede il 5,23% secondo i dati in merito del 2020. Ovviamente non si hanno certezze che ci possano essere questi due fondi dietro alla crisi tedesca delle banche. Secondo l’agenzia dovrebbe far pensare che le due società statunitensi citate abbiano più o meno lo stesso capitale sia all’interno di Deutsche che in Commerzbank.

Al momento sono più le voci di corridoio che le certezze ma, secondo gli esperti, bisognerebbe osservare con attenzione anche gli altri soci di minoranza delle due banche tedesche, tra cui particolare attenzione attirerebbero in Deutsche Bank la presenza di Douglas Braunstein con il 3,18% mentre in Commerzbank quella del Fondo Wellington.

Vendute azioni delle banche tedesche per quasi 2 miliardi

La realtà tangibile dei fatti vede comunque un investitore anonimo delle due banche aver venduto 116 milioni di azioni della Deutsche Bank e 72,5 milioni di titoli di Commerzbank che tecnicamente corrispondono a delle quote di capitale superiori al 5% per cento. E questo ci porta a stimare una procedura complessiva dal valore totale di 1,75 miliardi di euro. Grande curiosità verte al momento per quel che concerne i prezzi di vendita, attualmente un vero e proprio mistero.

Diversi analisti hanno calcolato il prezzo di vendita dei titoli a 10,68 euro cadauno. Questo significherebbe l’applicazione di uno sconto dell’8% rispetto alla chiusura della Borsa del giorno precedente. Quello che ora è un mistero smetterà di esserlo molto presto. La legge vuole infatti che nei prossimi giorni, chiunque possegga della partecipazione dovrà renderlo noto.

Questo significa fare completa chiarezza sulla situazione e si potrà capire chi ha venduto le azioni scatenando la crisi per i due istituti. In un momento pessimo per tutti, data l’incertezza causata dall’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina.

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