Colloqui di lavoro? Tornano in presenza
I colloqui di lavoro tornano in presenza. Avevano smesso di esserlo? No. Ma sempre di più si era optato, prima dell’arrivo dell’intelligenza artificiale, per puntare anche su dei colloqui virtuali.
Ritorno ai colloqui di lavoro in presenza
L’arrivo di ChatGPT e degli altri chatbot ha in qualche maniera modificato questa che era divenuta una nuova tendenza. E sta portando sempre di più coloro che sostengono i colloqui a doversi spostare per raggiungere la sede dell’azienda.
Di per sé, ovviamente, non è un male questo. In tal modo sia chi deve assumere, sia chi può potenzialmente diventare un dipendente possono interagire direttamente, osservando al meglio il comportamento del proprio interlocutore. I colloqui di lavoro virtuali possono di certo rimanere, ma debbono essere rivisti rispetto al passato.
Ci concentriamo spesso su come il mercato del lavoro cambi per quel che concerne i lavori a causa dell’intelligenza artificiale. Ma non prestiamo la giusta attenzione alla parte precedente. A quella che potrebbe portare a un’assunzione sbagliata perché il candidato ha sfruttato l’intelligenza artificiale per dare le risposte giuste.
Teoricamente, se il colloquio di lavoro virtuale avviene attraverso una webcam, con le mani bene in vista, non vi è nessun problema. Può esservi uno scambio sincero e serio senza che il candidato perfetto debba spostarsi spendendo fondi non recuperabili.
Ciò che bisogna osservare con attenzione è che il candidato non imbrogli. Ma, ancor di più, che alcuni truffatori, sfruttando l’intelligenza artificiale, si spaccino per candidati al fine di entrare nelle aziende e rubare denaro o dati una volta assunti.
Aziende stanno tornando sui loro passi
Questa tipologia di problema, va detto, è più tipica di alcune importanti aziende statunitensi come Cisco, McKinsey e Google. Soprattutto per alcune posizioni. E lo ripetiamo, non è un male. Se la posizione da affidare è di una certa importanza, ma soprattutto sottintende la conoscenza di specifiche competenze, è obbligatorio che il colloquio avvenga in tal modo.
Differente è la situazione se parliamo di professioni che si possono svolgere da remoto, per le quali l’intelligenza artificiale non ha rilevanza all’atto del colloquio. L’esempio più diretto è quello della redazione di testi. L’intelligenza artificiale, in tal senso, ha ancora molti limiti. Visibili talvolta anche senza dover utilizzare un software in grado di rivelare se sia stata utilizzata.
Nel 2025 i colloqui di lavoro possono essere eseguiti sia in presenza che virtualmente, a patto che vi sia un’accurata chiarezza documentale in quanto a identità e uno scambio diretto attraverso webcam o software di teleconferenza. La tecnologia può essere utilizzata a nostro favore, ma come in tutte le cose, intelligenza artificiale compresa, bisogna mettere dei paletti per definirla.