Ita airways, vendita con lo spettro del nulla di fatto
Si è agli sgoccioli per quel che concerne la vendita di Ita Airways. Ma lo spettro del nulla di fatto rimane ancora presente nonostante lo stesso premier Mario Draghi abbia dichiarato di non voler lasciare senza che la transazione sia completata.
Ita airways, tempo agli sgoccioli
E se alcuni leader politici per raccattare voti dicono di voler fermare la compravendita e nazionalizzare, la realtà è che le due cordate interessate sono pronte. Non è una novità che coloro che vogliono mettere le mani su Ita Airways stiano perfezionando quelle che sono le offerte per conquistare la maggioranza del capitale.
Oltre che agli sgoccioli si è a un bivio: sta al premier infatti decidere se dare il via libera alla privatizzazione o lasciare tutto nelle mani del prossimo esecutivo. E in quel caso il rischio che salti tutto nuovamente c’è. E con molta probabilità l’Italia economicamente non se lo può permettere. Oggi è l’ultimo giorno valido per inviare le buste con le offerte.
Quella più nota e della quale si parla da più tempo è senza dubbio quella di Msc-Lufthansa. La cordata è intenzionata a rilevare l’80% di Ita Airways per un totale di 850 milioni di euro, lasciando il 20% in mano pubblica. In teoria è l’opzione più gradita anche al Governo perché da quel che si intuisce da fonti giornalistiche copre tutti gli aspetti necessari. A partire dalla sostenibilità economica fino ad arrivare all’occupazione, nonché allo sviluppo industriale. Una offerta che non si discosta molto da quello che era stato ipotizzato il 5 luglio. Certo il Mef vorrebbe più sostegno economico e anche una maggiore influenza anche se come socio di minoranza.
Una richiesta quest’ultima che non è piaciuta molto a Msc-Lufthnsa.
Le altre possibilità per il vettore
C’è poi l’offerta del fondo di private equity Certares che secondo ciò che sarebbe trapelato avrebbe messo sul piatto circa 600 milioni per rilevare quasi il 60% di Ita Airways. Anche se avrebbe assicurato al Mef un maggiore peso nel Cda e nella scelta del management. Il problema sta nel fatto che in questo caso si è costretti a parlare di offerta debole per la mancanza di un partner industriale con il fondo. E non è nemmeno possibile pensare a un inserimento di Delta, né posticipato né attuale data la sua mancanza di accesso alla data room.
La terza opzione possibile, dopo tanta attesa e lavoro in questi anni è che avvenga un nulla di fatto. Il Governo si troverebbe a dover immettere ulteriore liquidità andando tra le altre cose contro un procedura di infrazione per aiuti pubblici illegali. E se questo non bastasse, vi sarebbe necessità di dare vita a un nuovo piano industriale bloccando possibili assunzioni.
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