John Elkann, no ad audizione su Stellantis
John Elkann è stato il grande assente all’audizione parlamentare relativa a Stellantis e alle sue condizioni. Un atto che non è piaciuto né alla politica né alle parti sociali.
Il no di John Elkann all’audizione
Stellantis non è certo la prima e non sarà l’ultima azienda a presentare problematiche all’interno del settore automotive. Ciò che sta passando, di certo, ha un impatto notevole sull’economia italiana e soprattutto sull’occupazione. È per tale ragione che il no di John Elkann alla suddetta audizione ha stupito e infastidito tutti.
L’opposizione aveva invitato il presidente di Stellantis a riferire in Parlamento in seguito all’audizione insoddisfacente già occorsa con il ceo Carlos Tavares. Fonti stampa riportano come il manager abbia ribadito la sua disponibilità a un dialogo “franco e rispettoso“ senza però trovare importante riferire In audizione.
Un vero peccato, dato che una sua presenza avrebbe potuto confermare il reale interesse di Stellantis nel voler risolvere i problemi in Italia. Soprattutto dopo il sostegno ottenuto da parte del Governo italiano in questi ultimi anni. John Elkann aspetta di essere chiamato da Palazzo Chigi. Un atteggiamento appreso con sconcerto anche da parte del presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana.
Della stessa idea anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti. Essenzialmente la mancata presenza di John Elkann in Parlamento è riuscito a mettere d’accordo sia la destra che la sinistra. Ed è normale che sia così, dato che Stellantis col suo indotto e i suoi stabilimenti impegna un’importante forza lavoro che potrebbe trovarsi, molto presto, a dover combattere con problematiche insidiose.
Una situazione di difficile gestione
Gli stabilimenti del gruppo italofrancese sono già sotto pressione da mesi dal punto di vista occupazionale. Gli unici lavoratori che non stanno incontrando molte difficoltà sono quelli sottoposti a un contratto di solidarietà. Gli altri stanno affrontando cassa integrazione e chiusura dei propri settori.
Una situazione per la quale le promesse iniziano a non bastare più. Soprattutto perché lo stesso Carlos Tavares, nel corso dell’audizione, non ha dato risposte ritenute soddisfacenti dal Governo.
Secondo l’esecutivo l’azienda dovrebbe muoversi proattivamente per cambiare le carte in tavola, modificando il suo comportamento. La società invece vorrebbe un maggiore numero di incentivi. Ma dato ciò che è successo negli ultimi anni e la situazione attuale, è normale che il Governo non veda di buon occhio tirar fuori soldi a fondo perduto se le cose non cambiano.
John Elkann ha ribadito che avendo già Tavares espresso il necessario in audizione, non è necessario un’ulteriore suo intervento “in attesa della convocazione ufficiale presso la Presidenza del consiglio” per quel che concerne le interlocuzioni già attive con il Ministero del Made in Italy e delle imprese.
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