Lavoro, 2 aziende su 3 ancora in smart working

di Valentina Cervelli 25 Settembre 2020 18:54

Due aziende su tre lavorano ancora in smart working nonostante la fine del lockdown. Onde evitare l’aumento di contagi la maggior parte delle attività, dove possibile, continuano a promuovere il lavoro da casa. Il punto? Comprendere se le leggi in merito cambieranno consentendo una riorganizzazione di questo modello occupazionale.

Aziende italiane favorevoli a smart working

Statisticamente è chiaro che la maggior parte delle aziende italiane, sia pubbliche che private, dove possibile appaiono essere favorevoli all’applicazione di questo strumento e non solo per i cosiddetti lavoratori fragili: l’obiettivo prefissato è quello di trovare un giusto equilibrio tra quote di lavoro in presenza e da remoto rispetto ai numeri visti nel corso del lockdown. Un sondaggio in materia condotto da Aidp, Associazione italiana dei direttori del personale,  ha rivelato come oltre il 68% del campione intervistato ha dichiarato che prolungherà le attività di smart working anche nella fase di ritorno alla normalità.

Non solo, almeno il 30% si muoverà per eseguire interventi volti alla riorganizzazione della propria forza lavoro in base ai principi del lavoro agile: si apre, come spiega il presidente di Aidp Isabella Covili Faggioli,”una nuova fase di ripensamento del futuro del lavoro in cui bisognerà ben bilanciare le opportunità con gli svantaggi e soprattutto sarà necessario uno spirito collaborativo tra le parti che eviti la polarizzazione del confronto“.

Vantaggi e svantaggi dello smart working

I dati del sondaggio parlano chiaro: almeno il 58% delle aziende intervistate prolungherà lo smart working fino a 2021 inoltrato, mentre il 26% lo prolungherà al massimo fino a novembre-dicembre 2020.
Al momento i vantaggi riscontrati in merito alla formula dello smart working sono stati il  risparmio di tempo e costi di spostamento per i lavoratori, una maggiore soddisfazione dei dipendenti e un miglioramento della vita per ciò che riguarda l’equilibrio tra lavoro e vita privata e un aumento della responsabilità individuale. Vi sono anche dei contro dei quali tenere conto però, come il rischio di sovraccarico di lavoro, la perdita delle relazioni sociali e la difficoltà ad ottenere una divisione netta tra ambiente di lavoro e privato.
Non mancano prove di rientro da parte delle aziende, ma in molti casi il lavoro da remoto continua a essere sfruttato in modo importante, anche a causa della risalita dei contagi. Anche grandi aziende come Enel ed Eni si stanno muovendo in tal senso, optando per lo smart working fin dove possibile fino a fine anno, lavorando allo stesso tempo all’adeguamento delle proprie sedi. E’ probabile un equilibrio lavorativo paritetico tra lavoro in sede e telelavoro nel corso dei prossimi mesi.

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