Lavoro, come essere felici?
Come essere felici al lavoro? Si tratta di un fattore molto importante da tenere in considerazione dato che nella nostra vita, è stato stimato, trascorriamo almeno 90.000 ore sul luogo di lavoro. O comunque impegnati nell’espressione della nostra professione.
La felicità sul lavoro è importante
Viene naturale quindi chiedersi quanto effettivamente siamo felici mentre lavoriamo nel nostro ufficio, in un negozio, in ospedale o sul territorio. Che debbano esserci buone condizioni sul luogo di occupazione deve essere dato per scontato.
Ora però vogliamo ragionare di più su quello che proviamo quando lavoriamo. E un’indagine di Glickon, azienda specializzata nella programmazione di software per le risorse umane, ci dà le basi per comprendere la situazione.
Un buon rapporto tra lavoro e felicità, secondo il sondaggio, è basilare per almeno l’80% degli intervistati. Ed essere felici sul lavoro secondo il 97% rende più produttivi. L’indagine ha sottolineato come almeno il 66% delle persone sia comunque contento della sia situazione in generale.
Differente è la questione se si analizza più nel profondo. Solo per il 34% delle persone la propria occupazione è quella che avrebbe voluto sostenere, mentre il 37% si è adattato e si sente comunque bene.
Si tratta comunque di dati rassicuranti pensando all’attuale mercato del lavoro e alle difficoltà che si possono incontrare. Soprattutto davanti a fenomeni come il quite quitting e le grandi dimissioni. Più in generale possiamo dire che il 46% delle persone sono disposte a modificare il proprio lavoro per raggiungere la felicità anche se questo dovesse significare rinunciare a benefit o a dei soldi.
Stipendio fattore basilare
Ovviamente questo se lo stipendio consente di vivere tranquillamente anche rinunciando a una parte di esso. Dato che comunque la remunerazione è importante rispetto alla propria felicità per almeno il 62% delle persone intervistate.
Entrando più nello specifico della felicità sul luogo di lavoro, quali sono i fattori che la compongono? Di sicuro prima di tutto l’ambiente lavorativo e le relazioni con i colleghi, seguite subito dopo dai benefit, dalla flessibilità, dal proprio ruolo e dallo stipendio.
Importante anche la valorizzazione del talento per la quale si chiede che ci sia più riconoscimento. Soprattutto in un periodo come quello attuale dove le aziende sembrano non avere la capacità di riuscire a trattenere i propri talenti oltre che a trovarli.
Per i millennial e per la generazione Z la sostenibilità del tempo e la qualità dei rapporti sono più importanti, rispetto ai boomer e alla generazione X. Allo stesso modo vengono valutate l’etica e la trasparenza. Gli over 40 danno più valore al benessere psicofisico insieme ai parametri economici del lavoro. Un po’ per tutti è valido l’assunto che se scegli un lavoro che ami non dovrai mai lavorare un giorno della tua vita.
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