Mps- Unicredit: a rischio oltre 2500 lavoratori
L’acquisizione di Monte Paschi di Siena da parte di Unicredit potrebbe portare all’esubero un numero ben maggiore di 2500 persone: la quota fissata dal piano industriale per le uscite volontarie di dipendenti potrebbe infatti venire modificata in base ad eventuali richieste della Commissione Europea.
Accordo si firmerà solo se valido
Nel corso di una riunione delle commissioni Finanza di Camera e Senato riunite tenutasi in presenza del ministro Daniele Franco sono emerse le diverse criticità che riguardano potenzialmente l’accordo di acquisto dell’istituto senese da parte di Unicredit. In particolare si è parlato del piano industriale che per quanto messo a punto in base all’esigenze di MPS non rispetterebbe alcuni canoni stabiliti da Bruxelles: al momento quello più importante da affrontare appare essere la riduzione dei costi fissata al 51% dei ricavi da Bruxelles che secondo il piano sarebbe prevista per il 74% nel 2021 e per il 61% al 2025.
La situazione che il Ministero dell’Economia si trova ad avere tra le mani al momento è molto complessa: nonostante sia l’istituto Senese che il MEF si siano attivati fin dallo scorso autunno per cercare un partner per Mps, solo un candidato si è fatto avanti e con specifiche condizioni. Il ministro Daniele Franco ha sottolineato che a fronte della cessione di Monte Paschi alla banca milanese il Ministero dell’Economia potrebbe ricevere delle azioni del gruppo Unicredit: questa partecipazione al capitale però non dovrebbe causare alterazioni degli equilibri della governance della banca ma darà modo allo stato comunque di partecipare a quei benefici economici in termini di creazione di valore legati all’operazione di acquisto.
Mps, attenzione ai posti di lavoro in bilico
Il ministro Franco ha inoltre sottolineato che il Governo non chiuderà per forza con Unicredit semplicemente perché è l’unico acquirente che si è fatto avanti al momento: nel caso in cui dalle trattative non uscissero delle condizioni effettivamente vantaggiose per la banca toscana l’accordo non si chiuderebbe.
Il più grande problema che potrebbe scaturire dall’acquisto di MPS da parte di Unicredit è legato alla gestione dei lavoratori: al momento per ciò che concerne il piano industriale sono previsti 2500 esuberi, uscite in questo caso pattuite volontariamente al fine di non creare danni al tessuto sociale. Ciò non toglie che la Commissione Europea potrebbe richiedere uno sfoltimento maggiore della compagine lavorativa per rientrare nei parametri stabiliti.
Il ministro Daniele Franco ha poi sottolineato che vi sarà bisogno di un aumento di capitale molto più ampio rispetto a quello da 2,5 miliardi di euro già previsto. Ci si chiede se sarà possibile trovare un accordo valido per tutti attraverso le trattative che, come richiesto dal Presidente della Regione, dovrebbero coinvolgere anche le parti sociali.
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