OpenAI cambia pelle e denominazione
OpenAI cambia essenza. Senza rinunciare a diverse caratteristiche del suo passato ha deciso di diventare una vera e propria impresa. Scopriamo come.
OpenAI diventa a fini di lucro
Cosa significa questo? Semplice: ha compiuto un passo molto importante. Ovvero ha completato la sua ristrutturazione per diventare formalmente un soggetto a fini di lucro, pur mantenendo al contempo elementi della sua missione originaria.
Fino a poco tempo fa, OpenAI era organizzata come ente senza scopo di lucro, con l’obiettivo di sviluppare intelligenza artificiale in modo sicuro e per il beneficio di tutti. Con il nuovo assetto, è stata creata una “public benefit corporation”, ovvero una società a scopo di lucro che però dichiara di operare per le stesse finalità sociali del passato.
Nello specifico la ristrutturazione ha previsto che una parte significativa dell’equity rimanga nelle mani della fondazione non profit, ora denominata OpenAI Foundation, che detiene una quota dell’azienda a fini di lucro. E che in teoria mantiene una certa autorità sul controllo e sull’indirizzo strategico.
Questo assetto ibrido punta a conciliare la necessità di attrarre capitali e investimenti con la volontà originaria di operare per l’interesse generale. Cosa c’entra Microsoft in tutto questo? Possiede un ruolo centrale.
La partnership tra OpenAI e Microsoft è stata da tempo l’asse portante per lo sviluppo industriale e commerciale dell’intelligenza artificiale da parte di OpenAI. E anche in questo caso Microsoft rimane uno dei principali investitori, fornitore di infrastruttura cloud (Azure) e partner strategico.
Con la nuova struttura, Microsoft ha acquisito uno stake sostanziale nella nuova entità a fini di lucro. L’accordo parla di circa il 27% del capitale valutato nell’ordine di 130-135 miliardi di dollari.
In termini più specifici, l’intesa tra le due aziende prevede che Microsoft continui ad avere diritti esclusivi su alcune tecnologie e sull’accesso a modelli di IA di frontiera sviluppati da OpenAI. Almeno fino a che non sarà raggiunta la cosiddetta “AGI” (Intelligenza Artificiale Generale) o fino all’anno 2032.
Maggiori capacità e accordi perfezionati

Allo stesso tempo, OpenAI terrà maggiore libertà operativa per lavorare con altri partner o fornitori di infrastruttura, segno che l’azienda vuole ridurre la dipendenza esclusiva da Microsoft. Questo cambiamento ha attirato l’attenzione delle autorità di regolamentazione che stanno verificando se la transizione e la nuova governance rispettino le normative in materia di imprese e missione pubblica.
Da un lato, questa trasformazione accelera la capacità di OpenAI di raccogliere capitali, scalare i suoi modelli e competere su scala globale. Dall’altro lato, resta in sospeso la domanda se la missione originaria, ovvero quella del beneficio collettivo, possa essere realmente salvaguardata. Anche ora nell’ambito di un’azienda che opererà in modo più marcato come soggetto a fini di lucro.
OpenAI è quindi passato da laboratorio di ricerca senza scopo di lucro a grande impresa commerciale con struttura ibrida con un forte supporto tecnologico e finanziario da parte di Microsoft.
Questo porterà a uno sviluppo dell’intelligenza artificiale ancora più globale e industriale rispetto al passato, cercando di continuare a rendere primario il rispetto di valori come il controllo etico, la sicurezza e i benefici sociali.
