Patrimoniale in Italia, impatti sull’occupazione?
Quando si parla di patrimoniale in Italia c’è chi grida sempre allo scandalo. Cerchiamo di contestualizzare la questione, ponendoci alcune domande importanti. Tra le quali spicca quella relativa all’occupazione.
Perché la patrimoniale fa paura?
Potrebbe essere in grado di avere conseguenze negative? Per quanto riguarda questo specifico ambito la situazione è più complessa di quello che si creda. Non perché possa andare ad agire direttamente sui lavoratori quanto perché, ovviamente, essendo prevista ipoteticamente per redditi che superano un certo livello, potrebbero rimanere coinvolti alcuni imprenditori.
Sia quelle più grandi, sia in alcuni casi anche le Piccole e medie imprese. E nel caso un possidente una certa cifra sul conto in banca dovesse vedersi da tassare in un certo modo, potrebbe tentare di rivalersi sui propri lavoratori. Va detto che per certi versi, in tal senso, è un cane che si morde la coda.
Soprattutto in un momento dove la crescita è in crisi e la patrimoniale verrebbe vista da alcune tutta come una problematica.
La patrimoniale, soprattutto sopra alcuni limiti di reddito, in realtà, rappresenterebbe davvero una mano santa per i conti, andando a prendere fiscalmente da chi potrebbe permetterselo. Il problema è che è una parola che fa paura, soprattutto a chi possiede più soldi.
Cosa succede in Spagna
Anche davanti ai risultati di una sua applicazione, come accade in Spagna. Il discorso è stato tirato fuori molto recentemente da “Fisco oggi“, quotidiano online dell’Agenzia delle Entrate. Il quale ha chiamato in causa i risultati della simulazione in 172 paesi di quella che è l’attuale Imposta temporanea di solidarietà spagnola.
Questa tassa presenta aliquote fiscali comprese tra l’1,7% e il 3,5% sullo 0,5% più ricco. E i risultati sono incredibili, dato che l’incasso a livello globale sarebbe di circa 2100 miliardi di dollari l’anno. Facendo registrare un aumento delle entrate fiscali di media del 7%.
Più nello specifico si tratta di un prelievo fiscale su persone fisiche aventi un patrimonio netto superiore a tre milioni di euro. Sulla carta sarebbe il metodo perfetto. Il pagamento non avrebbe nessuna ricaduta sull’occupazione, dato che non va a disturbare il patrimonio delle industrie.
Come indica l’Agenzia delle Entrate una patrimoniale di questo tipo sarebbe in grado di portare nelle casse dello Stato circola 23,9 miliardi di euro. Calcolando anche l’eventuale effetto comportamentale, ovvero lo spostamento della platea colpita all’estero.
Statisticamente, dobbiamo sottolinearlo, questo approccio alla tassazione non ha mai portato a un grande effetto comportamentale, riuscendo a rendere valida l’operazione senza estreme criticità.
La prossima domanda che dobbiamo porci quindi è: perché anche le fasce meno abbienti della popolazione protestano contro una iniziativa che potrebbe fare la loro fortuna abbassando su di loro la pressione fiscale?