Recessione, Germania e potenziali pericoli
Perché parliamo di recessione e di Germania? Semplice. Perché lo Stato europeo già sta combattendo con una simile condizione. E le ultime prospettive paventate non aiutano di certo a stare tranquilli.
I problemi legati alla recessione
Quando la crescita va in negativo e si instaura la recessione in uno Stato, l’economia di questo non passa tempi ottimali. La produzione ne risente, gli investimenti calano e l’occupazione è una delle prime a farne le spese. Una recessione tosta in Germania diventa un problema anche per gli altri Stati membri, i quali rischiano di essere parte di un effetto domino che tutti vorrebbero evitare.
In tutto ciò, per quanto si possa tentare di ignorarlo, ha a che fare anche la politica monetaria della BCE. La Banca centrale, nel tentativo di mantenere bassi i livelli di inflazione, ha tagliato il costo del denaro. L’unica mossa che poteva fare ma che allo stesso tempo non ha facilitato la crescita in Europa.
Qualcosa che diversi esperti hanno sottolineato e stanno sottolineando in questo momento, richiedendo o auspicando un calo dei tassi. Achim Wambach, presidente dell’istituto Zew, sottolinea come il senso di fiducia nei confronti delle industrie stia crollando. Con conseguenti criticità per quel che concerne gli investimenti, già deboli a causa, secondo l’esperto, di una politica ordoliberista e di un modello economico incapace di sostenere ancora i fulcri produttivi tedeschi.
Elementi internazionali causano problemi
Come se non bastasse la situazione interna, per quel che concerne la recessione, la Germania paga anche i suoi rapporti con gli Stati Uniti. Il fatto che anche la Fed ipotizzi la possibilità di una recessione americana non è assolutamente di conforto per l’economia e la produzione tedesca. Calando l’export, di conseguenza, vi sono ripercussioni su chi ne è protagonista.
Una possibile crescita del conflitto in Medio Oriente rappresenta un ulteriore fattore di stress. Nonostante tutti questi elementi, a sostenere maggiormente l’aggravarsi della recessione è proprio la politica monetaria europea. Della quale viene accusato, per essere stato uno dei maggiori sostenitori del l’aumento del costo del denaro, in particolare il presidente di Bundesbank Jochim Nagel.
Di certo la situazione non è rosea, né per la Germania né per l’Unione europea se il vento della recessione dovesse spingersi verso gli altri Stati. E non è una occorrenza improbabile. Nonostante il PNRR, infatti, l’economia di molte Nazioni facenti parte dell’Unione non può contare su un’importante crescita.
E questo porterà prima o poi sia la BCE che gli Stati membri a doversi interrogare in maniera diretta sulla possibilità di una recessione e delle sue conseguenze. Anche perché, lo ricordiamo, noi rischiamo di subire anche le pressioni di una potenziale recessione statunitense.
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