Starbucks pronta a oltre mille licenziamenti
Starbucks è pronta a eseguire oltre 1000 licenziamenti. Il particolare che lascia perplessi? I dipendenti che verranno licenziati lo scopriranno attraverso lo smart working.
Starbucks taglia i posti di lavoro
La ragione di questo approccio sta nel fatto che i dipendenti di Starbucks che verranno licenziati saranno quelli presenti in ufficio e non i baristi della caffetteria. A essere allontanata sarà circa il 7% della forza lavoro totale dell’azienda che non opera all’interno delle caffetterie.
È stato direttamente l’amministratore delegato Brian Niccol ad annunciare i tagli attraverso una email. Il Financial Times aveva anticipato che Starbucks avrebbe richiesto ai propri lavoratori potenzialmente interessati dal licenziamento di rimanere a casa e lavorare in smart working per tutta la settimana. Un “trucco” per evitare che i dipendenti ricevessero la notizia del licenziamento in ufficio.
Un mezzo per poter evitare scenate e potenzialità anni? Di certo l’amministratore delegato, insediatosi lo scorso autunno, sta raggiungendo la semplificazione a lui richiesta da Starbucks. Il manager sembra avere le idee chiare. Ha spiegato che vuole migliorare quelli che sono gli orari di servizio, soprattutto nel corso dell’orario di punta mattutino, recuperando quell’anima del primo Starbucks che vedeva la catena come un luogo di ritrovo della comunità.
Niccol non è rimasto a guardare nemmeno per quel che concerne il menu di Starbucks, eliminando alcuni articoli ritenuti eccessivi e dando il via alla sperimentazione degli algoritmi di ordinazione appositamente creati per una gestione migliore del negozio, del drive-thru e degli ordini mobili.
Primi licenziamenti dal 2018
Dobbiamo sottolineare che si parla dei primi licenziamenti di dipendenti aziendali in Starbucks dal 2018, quando a perdere il lavoro furono in 350. Il gruppo americano di ristorazione è composto da circa 361.000 dipendenti in tutto il mondo, suddivisi nella maggior parte nelle oltre 21.000 caffetterie presenti in diversi continenti. 16.000 sono gli impiegati nel supporto aziendale, tenendo conto anche della sede principale di Seattle.
Quel che è certo è che ancora una volta, davanti alla necessità di effettuare dei tagli sulle spese, si è agito sulle risorse umane. Modificando un sistema ritenuto forse troppo costoso e oneroso per l’azienda.
Calcolando l’ampio ambito di azione del marchio anche nella torrefazione e nella produzione di caffè è forse possibile capire perché si sia puntato a un taglio degli amministrativi piuttosto che sui dipendenti direttamente impiegati nei bar e nella produzione.
Il licenziamento di 1100 unità lavorative farà comunque sentire il suo peso. Solamente nei prossimi mesi sarà possibile verificare se questa decisione, in merito al taglio dei costi, sia stata effettivamente quella giusta.
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