Tim e Mfe, il punto della situazione
Tim ed Mfe sono due aziende differenti con due percorsi diversi alle spalle. Entrambi hanno in comune la presenza nel capitale di Vivendi: facciamo il punto della situazione su quel che sta accadendo in questi giorni.
Tim mettere in chiaro cosa vuole
Per quel che riguarda Tim, l’azienda ha deciso di non accettare la proposta fatta da Cassa depositi e prestiti per la rete. Qualcosa che ci si doveva aspettare, data la necessità e il desiderio dell’azienda di vendere i propri asset al prezzo giusto. Il consiglio di amministrazione ha infatti giudicato insufficiente sia l’offerta presentata da Cassa depositi e prestiti insieme al fondo austrialiano Macquire, sia quella presentata dal fondo di investimento statunitense KKR.
L’azienda ha deciso di dare tempo a entrambi fino a 18 Aprile prossimo per presentare delle offerte più valide. Non è stata resa nota l’entità di queste ma, in base a indiscrezioni stampa, quella degli statunitensi dovrebbe essere pari a 20 miliardi mentre quella italiana e francese pari a 18 miliardi.
Ricordiamo che Vivendi aveva stimato il valore di Tim in 28 miliardi di euro. Le offerte prevedono l’acquisto di Netco, la società che incorporerà Fibercorp, tutta l’infrastruttura di rete di Tim e anche una partecipazione in Sparkle.
Mfe firma fusione con Mediaset Espana
Diverso è quello che sta accadendo con Mfe. Gli azionisti di Media for Europe infatti hanno approvato ieri la fusione che porta all’incorporazione nel gruppo di Mediaset Espana. Ovviamente in base alle condizioni e ai termini del progetto di fusione sottoscritto lo scorso gennaio dai consigli di amministrazione delle due società. Il consiglio di amministrazione ha inoltre approvato l’annullamento degli 87,7 milioni di azioni ordinarie di Mfe detenute pari allo 0,66%.
Questo avviene all’interno di un’attività di riduzione del capitale sociale emesso e l’operazione si concluderà prima della data di efficacia della fusione. Tecnicamente parlando, all’assemblea spagnola che ha approvato l’incorporazione in Mfe ha partecipato al 92,2% del capitale di Mediaset Espana. Rispetto a questo, i voti favorevoli alla fusione sono stati il 91,283% con la contrarietà di solo il 7,9% del capitale totale.
In caso tutti gli azionisti spagnoli che si sono espressi contro l’operazione di fusione decidessero di esercitare il diritto di recesso, Mfe dovrà sborsare 81,5 milioni di euro per dare a questi uno specifico controvalore in contanti. Questo è pari a 3,268 7 euro per ogni azione di Mediaset Espana.
Tim ed Mfe sono al momento due realtà italiane che si stanno muovendo per espandere il loro potere e per rafforzare la loro tenuta. Due storie diverse che raccontano il modo in cui l’Italia fa impresa.