Lavoro contratti e occasioni: la crisi è davvero finita?
Mario Draghi, il presidente della BCE, ha recentemente e pubblicamente sottolineato come la crisi sia finita e come l’Eurozona avrebbe messo il peggio della situazione ormai alle spalle: ma per lavoro, contratti ed occasioni quale è la vera situazione italiana?
Per quanto le parole del governatore della Banca Centrale Europea siano apprezzabili e senza dubbio basate su dati reali, è importante sottolineare che si parli del continente in generale e non dei singoli stati. L’Italia purtroppo è il fanalino di coda: la crescita seppur presente è la più bassa tra tutti i membri e l’occupazione è si in salita ma si parla di quella occasionale e non di contratti a tempo indeterminato o posti fissi, che potrebbero portare ad un miglioramento delle condizioni di vita delle persone.
A prescindere dalla potenziale poca voglia di fare delle persone da alcuni punti di vista e da quelli che sono i dati medi relativi all’Europa, i contratti di lavoro a tempo indeterminato e le assunzioni non a chiamata sono in netto calo: un fattore che costringe le persone a cercare modi alternativi di portare a casa il guadagno necessario per la sopravvivenza. Parlare di fine delle crisi, soprattutto per ciò che concerne il mercato del lavoro, è totalmente fuori luogo per ciò che concerne i confini nazionali. Cosa si può fare?
Per prima cosa non rimanere fossilizzati solamente sul tipo di occupazione per il quale si è preparati: se si hanno le capacità per “accontentarsi” di un lavoro di ripiego è necessario farlo. In questo modo si potrà comunque tentare di ammortizzare le difficoltà.