Mps, possibili oltre 4mila esodi

Il numero di esuberi potrebbe essere più alto del previsto.

di Valentina Cervelli 10 Novembre 2021 16:07

Potrebbero toccare le quattromila unità gli esodi che Monte Paschi di Siena potrebbe raggiungere nel tentativo di gestire al meglio il 2022 rispettando quelle che saranno le richieste future della Commissione Europea.

Taglio imponente di personale per MPS

Un taglio di personale pari al 20% dell’attuale forza lavoro allineato con ciò che si potrebbe richiedere per l’autorizzazione della proroga alla partecipazione dello Stato all’interno della banca senese. Questi numeri sono emersi nel corso della relazione presentata dal Ceo di MPS Guido Bastianini davanti alla Commissione d’inchiesta sulle banche presieduta da Carla Ruocco. Gli esuberi, ha sottolineato il manager, saranno tutti volontari e da concordare con i sindacati, e consentiranno al 2026 di raggiungere 315 milioni di euro di risparmi.

Il numero minimo di esodi previsto dal piano di gennaio pari a 2500 non è da considerare fattualmente più attuale e lo stesso Ceo in tal senso non ha approfondito il discorso relativo al capitale necessario alla banca.  Ha sottolineato però nel corso dell’incontro:

La predisposizione del nuovo piano richiederà alcune settimane di lavoro, un confronto con la Dg Competition e presuppone la prospettiva di un’azienda che sia in grado di camminare sulle proprie gambe. Dovremo rivedere il perimetro del gruppo, eliminare le parti che non sono profittevoli, andrà esaminata la struttura dei costi, in particolare del personale, forse l’unica componente che Mps non è riuscita a completare mentre sono stati portati avanti gli impegni su sportelli e npl.

In generale non si pensa che vi saranno particolari problemi nell’ottenere una proroga di dodici mesi per ciò che concerne la vendita della quota statale della banca.

Sentito anche Andrea Orcel di Unicredit

unicredit e il caso mustier

Nel corso dell’incontro è stato sentito anche Andrea Orcel, il ceo di Unicredit, in merito al fallimento della trattativa tra la banca e il ministero del Tesoro per l’acquisizione di Monte dei Paschi.  Un accordo che in pratica è stato il Mef stesso a far saltare davanti alle richieste di Unicredit, che avrebbero reso la cessione di MPS una svendita inaccettabile per il Governo. E sebbene i dettagli tecnici emersi dall’audizione siano stati segretati, Orcel non ha comunque mancato di esprimere il proprio dispiacere per ciò che è successo:

Era ben noto ad entrambi le parti sin dall’inizio che l’operazione sarebbe stata possibile solo previo un ulteriore apporto significativo di capitale in Mps. Ma dal confronto è emerso che il capitale necessario era più significativo di quanto il Mef si aspettasse. Raggiungere un accordo a condizioni non coerenti con i presupposti concordati non sarebbe stato nell’interesse di Unicredit e dei suoi azionisti e, a mio avviso, anche della stabilità del sistema bancario nazionale.

E’ emerso che Unicredit aveva richiesto 6,4 miliardi per compare MPS, accompagnati da 7mila licenziamenti da aggiungere ai prepensionamenti già programmati.

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