Dazi, Cina risponde a Donald Trump

di Valentina Cervelli 4 Febbraio 2025 16:13

Arrivano i dazi della Cina contro quelli di Donald Trump in auge dallo scorso 1° Febbraio. Deve essere però sottolineato che si tratta di una mossa strategica ben pensata e non dettata dall’istinto.

Una risposta ai dazi ben pensata e mirata

Apponendo dei dazi pari al 15% circa sul carbonio e sul gas americano il paese orientale prende una posizione ma allo stesso tempo non agisce di ripicca. Anche se ha fatto sapere di aver presentato un ricorso contro Trump alla World Trade Organization (Organizzazione mondiale del Commercio) contro la decisione unilaterale di apposizione di questa tassazione.

È un bene che la Cina non abbia perso tempo nel rispondere e altrettanto bene è che lo abbia fatto come ha deciso di farlo. L’approccio scelto, infatti, potrebbe consentirle di evitare conseguenze dal sapor di ritorsione da parte degli Stati Uniti. E la ragione sta nel fatto che agendo in questo modo si è tentato di lasciare aperta la possibilità di trovare una soluzione condivisa.

Come? Ovviamente tenendo aperta la strada delle negoziazioni similmente a ciò deciso dall’Unione Europea. Di conseguenza ricercando quindi una soluzione che accontenti tutti prima di muoversi in modo duro e senza ulteriori soluzioni.

I dazi cinesi entreranno in vigore il prossimo 10 Febbraio e riguarderanno il 15% su carbone e gas naturale liquefatto, il 10% sulle auto di grossa cilindrata, sui pick up, sui macchinari agricoli e sul petrolio. Immediatamente però inizieranno i controlli su tutti i materiali legati al tungsteno e saranno messe tre aziende americane nella blacklist. Parliamo di Tommy Hilfiger e Calvin Klein per quel che riguarda il settore moda e Illumina per quanto concerne il biotech.

Decisione presa pensando all’economia

I dazi apposti da Donald Trump nei confronti della Cina, lo ricordiamo, sono già attivi dallo scorso 1° Febbraio. Il presidente americano ha fatto però sapere di essere intenzionato a chiamare Xi Jimping per un confronto. Bloomberg, con i suoi analisti, sottolinea come la scelta di Pechino per quel che riguarda i dazi sia legata alla voglia di non inasprire la guerra commerciale tra i due Stati.

E si tratta di una scelta lungimirante data la salute dell’economia cinese per la quale accrescere la guerra commerciale potrebbe rivelarsi ancor più controproducente. Il ricorso presso l’Organizzazione mondiale del Commercio è stata una scelta giusta e mirata, ovviamente.

Soprattutto perché Donald Trump sembra far fatica a comprendere che elargire dazi a destra e manca non sarà in grado di aiutare l’economia americana, rovinando i rapporti dello Stato con molti partner.

Soprattutto se questi in risposta dovessero decidere di reagire in modo duro.

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