Lavoro, aboliti i voucher dal 2018
Il parlamento ha deciso di abrogare i voucher lavoro a partire dal 2018: questo sarà l’ultimo anno in cui sarà possibile usufruire dei buoni lavoro. Quella che era partita come una mossa per limitarne l’uso in eccesso e spingere a diversi tipi di collaborazione si trasformerà secondo alcuni in un pericoloso boomerang.
Una voce tra tutte? Quella dell’ex primo ministro Romano Prodi, che commenta come sarebbe stato meglio sedersi ad un tavolo di confronto per cercare una soluzione concreta per riportare questo strumento alla sua originaria utilità: non bisogna dimenticare, spiega a “Il Mattino” l’ampio accordo che vi fu alla loro introduzione nel mercato. Ma non è l’unico a lamentarsi. Anche Coldiretti non ha mancato di fare le sue rimostranze, sottolineando:
[Con la cancellazione dei voucher] perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito 50 mila giovani studenti, pensionati e cassa integrati impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari […] senza gli abusi che si sono verificati in altri settori dove sono aumentati esponenzialmente. I buoni lavoro sono stati introdotti inizialmente proprio in agricoltura per la vendemmia nel 2008.
D’altro canto è impossibile pensare che fosse praticabile l’idea di lasciar cadere le rimostranze dei sindacati nel vuoto: negli altri settori del mercato del lavoro i voucher hanno rappresentato una scappatoia per applicare lo sfruttamento dei lavoratori. Una via di mezzo, come sempre, sarebbe stata la soluzione adeguata: sarebbero bastati una migliore regolamentazione e l’applicazione delle regole più giuste in base alle situazioni. In questo modo a beneficiarne sarà davvero solo il lavoro in nero?