Poste Italiane entra in Tim

di Valentina Cervelli 31 Marzo 2025 10:35

Poste Italiane entra in Tim acquisendo la quota di Vivendi, riportando il controllo italiano all’interno della società. Ripercorriamo insieme ciò che è successo.

Poste Italiane acquisisce la maggioranza

Come è stato possibile notare nelle scorse settimane, i francesi avevano già iniziato il loro percorso di “abbandono” della quota capitale in Tim, scendendo dall’iniziale 23,75% al 18,3%.

Vendendo a Poste Italiane oltre il 15% della sua quota, questa è divenuta di fatto il nuovo socio di maggioranza. L’intera operazione,lo sottolineiamo, ha un valore di circa 684 milioni di euro, dato che ogni azione del pacchetto è stata quotata a 0,2975 ciascuna. Il via libera è arrivato direttamente dall’ultimo consiglio di amministrazione del gruppo, guidato da Matteo Del Fante.

La vendita non stupisce più di tanto, se si pensa agli ultimi mesi di Vivendi all’interno di Tim. E forse non stupisce nemmeno il fatto che sia stato Poste Italiane a comprare i titoli e a diventare il nuovo primo azionista. La società, va detto, non ha intenzione di superare il 25% delle quote.

In quel caso, infatti, scatterebbe un obbligo di OPA, che Poste ha chiarito di non voler avviare. Il riassetto della società di telecomunicazioni, come fanno notare gli esperti, è in linea con l’obiettivo del governo di mantenere una forte presenza nazionale nel settore delle telecomunicazioni. Difendendo allo stesso tempo Tim da possibili attacchi esterni.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che lo scorporo della rete e la riduzione del debito potevano suscitare l’interesse di investitori internazionali. E abbiamo visto in questi ultimi anni come la presenza di Vivendi abbia reso più difficoltosa la gestione dell’azienda.

Operazione che non stupisce effettivamente

Ora che Poste Italiane è socio di maggioranza, Tim è praticamente blindata. Ricordiamo che già un mese fa, grazie a uno swap di partecipazioni con Cassa Depositi e Prestiti, Poste aveva portato la propria quota al 9,8% del capitale. Tutto ciò ovviamente porterà a un nuovo progetto industriale che possa essere vantaggioso sia per Tim che per Poste Italiane.

Ovviamente, come sempre in questo caso, l’operazione è condizionata sospensivamente alla notifica dell’Antitrust. Poste Italiane sottolinea che questo investimento ha una natura strategica, con l’obiettivo di diventare un azionista industriale a lungo termine, favorendo sinergie sia per Tim che per Poste Italiane. E, come ovvio, generare valore aggiunto per tutti gli stakeholder.

All’interno di un comunicato Poste ha sottolineato che sono in corso valutazioni per avviare collaborazioni industriali volte a raggiungere un ulteriore miglioramento. E Vivendi? Rimane con una quota del 2,51% delle azioni ordinarie e dei diritti di voto di Tim.