Poste Italiane nel mirino dell’Antitrust
Poste Italiane entra nel mirino dell’Antitrust: secondo il Garante avrebbe violato la Legge n. 187 del 1990 relativa alla tutela della Concorrenza e del mercato. Accusa che l’azienda rispedisce direttamente al mittente.
Di cosa è accusata Poste Italiane
Secondo l’Antitrust, Poste Italiane non ha offerto ai concorrenti della sua Postepay, dopo richiesta esplicita, l’accesso ai servizi ai beni di cui l’azienda ha disponibilità esclusiva “in dipendenza delle attività rientranti nel Servizio Universale postale”.
È questo il messaggio che l’autorità garante ha inserito nel bollettino settimanale delle sue attività una volta conclusasi l’istruttoria. Aperta nei confronti di Poste Italiane a febbraio, l’indagine contestava al gruppo di non essersi comportato in modo corretto in merito alla concorrenza nel mercato dell’energia.
Come? Non danno modo alle aziende concorrenti del settore l’utilizzo della rete postale degli uffici per la presentazione delle proprie offerte relative alla luce e al gas. È per tale ragione che il Garante chiede a Poste Italiane di evitare in futuro di reiterare questo tipo di condotta. Sottolineando la necessità di assicurare ai concorrenti di Postepay che lo richiedano l’accesso agli uffici, secondo modalità definite comunque da loro, che non fanno parte del progetto Polis.
Il Garante ha richiesto la presenza di un fiduciario incaricato di controllare e rispetto di tali obblighi, con tanto di trasmissione di rapporto dettagliato all’Antitrust. Poste Italiane, ovviamente, rimanda le accuse al mittente e sottolinea che, sia dal punto di vista operativo che del diritto, si tratti di una richiesta inapplicabile.
Presentato ricorso contro decisione
Nello specifico la nota della società ritiene “assolutamente inapplicabile, sia nel merito del diritto che dal punto di visto operativo, il provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sull’accesso alla rete degli Uffici Postali“.
E ha deciso di fare ricorso contro la delibera riguardante la violazione dell’articolo 8 comma 2-quater della Legge n. 287 del 1990 che le è stata riconosciuta. Poste Italiane ha sottolineato che, sebbene la misura risulti ridimensionata rispetto al primo provvedimento di tipo cautelare che era stato emesso e poi successivamente sospeso dal Consiglio di Stato, ricorrerà contro la decisione. Ovviamente presso la giustizia amministrativa “di ogni grado e ordine”.
Sarà curioso vedere come si evolverà la situazione dato che, in linea teorica, entrambe le parti sembrano essere intenzionate a non cedere assolutamente sulla questione. E se sarà il Tribunale a dover decidere potrebbe volerci del tempo, con l’accumularsi di ulteriori criticità e problematiche.
Sebbene al momento sia impossibile ipotizzare chi avrà la meglio, di certo per Poste Italiane si tratta di un ulteriore problema da dover risolvere sul breve e lungo periodo.
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