Safilo chiude in Friuli: centinaia di persone senza lavoro
Più di 200 persone senza lavoro: è questo il tragico bilancio della chiusura dell’impianto Safilo in Friuli previsto per il 2020. Il piano industriale di ristrutturazione colpisce in modo molto duro il comparto italiano del marchio.
Chiusure ed esuberi per la Safilo
Nei giorni scorsi Safilo si è resa protagonista di un andamento molto volatile in Borsa a causa delle licenze ad essa legate ed i loro rinnovi, nascondendo agli occhi delle cronache finora la parte più difficile da accettare e gestire del piano industriale dell’azienda, attualmente in mano al fondo olandese Hal dal 2009. Ovvero quello degli esuberi: il quale non colpirà solo la sede posta in provincia di Udine mandando a casa circa 250 persone, ma anche lo stabilimento di Longarone in provincia di Belluino che vedrà andar via circa 400 persone su 900. Cinquanta persone circa non lavoreranno più nella sede di Padova. Nonostante nessuno verrà licenziato nella sede veneziana di Santa Maria di Sala saranno circa 700 le persone che il prossimo anno rimarranno senza lavoro.
Una decisione confermata ed ufficializzata ieri nel corso del cda di Safilo, che in una nota ha spiegato come un intervento simile si sia reso necessario al fine di trasformare la propria attività e modernizzarla: una ristrutturazione che però colpisce a muso duro le attività in Italia. La colpa? La perdita delle licenze del lusso con LVMH. L’intenzione è quella di trovare con i sindacati la migliore soluzione possibile per ciò che concerne gli ammortizzatori sociali.
Comparto del lusso base decisione Safilo
Una chiusura, quella annunciata per la sede friulana, che colpisce e non solo per la sua gravità: quasi sembra un controsenso che venga additata la perdita delle licenze per il lusso con LVMH quando proprio ieri è stata rinnovata con anticipo la collaborazione di licenza con Marc Jacobs, che fa parte del suddetto gruppo. È vero che bisogna considerare che le licenze in campo erano di più e quindi l’impatto economico di un certo livello, ma rimane ad ogni modo difficile da accettare che centinaia di persone possano perdere il lavoro a causa di una problematica che con molta probabilità poteva essere gestita in modo differente.
Tornando a parlare di numeri, Safilo ha tagliato gli obiettivi al 2020, riducendo i target dei ricavi netti tra i 960 e 1.000 milioni di euro, rispetto a quello che era l’obiettivo di 1.000-1.020 milioni comunicato nell’agosto dello scorso anno. Allo stesso tempo il margine di Ebitda “adjusted” scende al 6% rispetto al precedente obiettivo posto all’8%-10%.
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