Stellantis, a Pomigliano d’Arco sospesa la produzione
Stellantis sospende la produzione, in via temporanea, a Pomigliano d’Arco. Creando preoccupazione tra i lavoratori, da tempo “incastrati” in una situazione che appare essere scarsamente risolvibile.
Stellantis e la sospensione a Pomigliano
Lo stop produttivo annunciato dall’azienda ha riacceso le preoccupazioni tra i lavoratori e i sindacati. Le linee dedicate alla Fiat Panda e all’Alfa Romeo Tonale saranno ferme per diversi giorni a causa del calo della domanda nei principali mercati europei. In particolare, la produzione della Panda si interromperà per otto giorni, dal 29 settembre al 6 ottobre, mentre quella della Tonale resterà bloccata per dodici giorni, fino al 10 ottobre.
A rendere possibile questa sospensione è l’utilizzo del contratto di solidarietà, uno strumento che permette di ridurre in modo temporaneo, l’orario di lavoro per evitare licenziamenti. Si tratta però di una misura che, seppur utile in situazioni di emergenza, finisce per ridurre sensibilmente le entrate dei lavoratori, già colpiti da mesi da un clima di forte incertezza.
Il blocco delle attività non riguarda solo le linee di montaggio, ma coinvolge anche altri reparti collegati alla produzione, come la verniciatura e lo stampaggio. Questo significa che lo stop avrà effetti più ampi sull’intera struttura industriale e sulla forza lavoro.
Anche se si tratta di una pausa temporanea, è il segnale di una difficoltà più profonda: le vendite dei due modelli coinvolti non tengono il passo con le previsioni e la transizione verso le motorizzazioni ibride ed elettriche procede a un ritmo che non consente ancora una piena riconversione.
Timore tra i lavoratori dello stabilimento
Per i lavoratori il timore è che queste sospensioni non restino episodi isolati, ma diventino parte di una nuova normalità fatta di contratti ridotti, turni saltati e continui adattamenti produttivi. Negli ultimi mesi, il sito di Pomigliano aveva già affrontato rallentamenti e fasi di stop legate a dinamiche simili. Le prospettive a medio termine, se non dovessero intervenire correttivi industriali o rilanci di prodotto, rischiano di mettere in discussione anche la stabilità occupazionale.
I sindacati chiedono a Stellantis maggiore trasparenza sulle strategie future e garanzie concrete per il mantenimento dei posti di lavoro. La preoccupazione è che la caduta della domanda possa essere usata come pretesto per ridimensionare progressivamente gli stabilimenti italiani. Spostando investimenti e produzione verso altri paesi.
La situazione di Pomigliano si inserisce in un contesto più ampio di transizione dell’intero settore automobilistico, ma mostra con chiarezza quanto sia fragile l’equilibrio tra esigenze di mercato, innovazione tecnologica e tutela dell’occupazione. Senza un piano industriale chiaro e condiviso, i lavoratori rischiano di restare i primi a pagare il prezzo dei cambiamenti in corso.