Stellantis, guai in America

di Valentina Cervelli 19 Agosto 2024 17:14

Stellantis sembra non godere di un buon momento nemmeno in America. Sono infatti molte le tensioni attualmente in atto per quel che riguarda gli stabilimenti negli Stati Uniti.

Cosa accade negli Stati Uniti a Stellantis

Dobbiamo fare un passo indietro e sottolineare che recentemente sono stati licenziati circa 2450 lavoratori dell’area di Detroit. E più nello specifico a Warren dove si è conclusa la linea di produzione del Pick up Ram 1500 classic. Mentre è previsto per la prossima settimana lo stop nello stabilimento di Trenton, causato dall’accumularsi di ben 20700 motori.

Inutile sottolineare che per Stellantis la situazione è tutt’altro che rosea. Soprattutto perché a questo quadro, tutt’altro che entusiasmante, si aggiunge un problema di natura giudiziaria. Da parte, questa volta, di alcuni azionisti d’oltreoceano che sostengono di essere stati frodati da Stellantis. Secondo l’accusa presentata nei confronti dell’azienda di John Elkann e Carlos Tavares, questa avrebbe tenuto nascosto alcuni dati e l’aumento delle scorte prima della pubblicazione di utili deludenti che hanno cagionato un calo importante del valore dei titoli.

Secondo Reuters, che ha diffuso la notizia, la causa sarebbe stata intentata lo scorso 15 agosto presso il tribunale federale di Manhattan. L’accusa sostiene che Stellantis avrebbe gonfiato il prezzo delle azioni in modo implicito per gran parte del 2024. Rendendo pubbliche valutazioni eccessivamente positive su prodotti, margine operativo, potere di determinazione dei prezzi e scorte.

Tra gli accusati anche Carlos Tavares

All’atto della pubblicazione dei conti del secondo trimestre, avvenuta il 25 luglio scorso, è stato possibile verificare che l’utile operativo rettificato del primo semestre è sceso del 40%. Corrispondente a 8,46 miliardi di euro e al di sotto degli 8,85 miliardi attesi dagli analisti.

Stellantis ha ovviamente rigettato ogni accusa. Entrando nello specifico tra coloro citati in giudizio vi sarebbero sia il ceo Carlos Tavares che Natalie Knight, la direttrice finanziaria.

E’ impossibile non notare come per l’azienda italo francese vi siano delle particolari gatte da pelare. Sia negli Stati Uniti dove sono già occorsi licenziamenti, sia in Italia. Non dobbiamo dimenticare infatti che i rapporti con l’Esecutivo italiano sono ancora zoppicanti e che la produzione negli stabilimenti non va come dovrebbe.

Non solo: gli ammortizzatori sociali, come sottolineano i sindacati, vanno verso la loro naturale scadenza mettendo a repentaglio almeno 25 mila posti di lavoro, tra Stellantis stessa e l’indotto.

A pagarne le spese, al momento, sono maggiormente i lavoratori. In America si ritroveranno disoccupati a breve senza che si possa poi fare molto. In Italia la situazione è ancora incerta e per il momento non si sa quale piega prenderanno gli aventi. Al netto delle promesse e delle aspettative.

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