8 marzo, donne e lavoro: una strada ancora lunga
L’8 marzo si celebra la festa delle donne, una festività che ricorda alcune lavoratrici morte prematuramente, simbolo di come la compagine femminile non sia mai stata effettivamente tutelata a livello occupazionale: una realtà che ancora oggi nel 2021 non è migliorata quanto avrebbe dovuto.
Donne ancora discriminate sul posto di lavoro
Per ciò che concerne le donne e il lavoro di sicuro vi è una maggiore consapevolezza e un desiderio maggiore da parte delle donne di emergere rispetto a qualche anno fa: il percorso femminista intrapreso a partire dagli anni ’70 è riuscito, seppur parzialmente, a modificare la società. Ma non si può dire di avere raggiunto la parità di genere, soprattutto nel mondo del lavoro dove discrepanze salariali e di posizioni ancora si fanno sentire a parità di preparazione.
Un problema che diverse campagne informative tentano di combattere a livello mediatico, cercando di instillare consapevolezza nella speranza che non vengano più accettate delle situazioni non soddisfacenti. Il problema? Non si tiene conto della disperazione sociale che si sta affrontando, in particolare in questo momento in cui la pandemia di coronavirus ha reso più difficile per chiunque mantenere la propria occupazione.
E per le donne, che da sempre si sono trovate svantaggiate nel settore rispetto agli uomini anche a parità di preparazione, spesso la parola lavoro è sinonimo di breve durata, part time o temporanei e anche quando una attività è traballante, le statistiche insegnano che i posti di lavoro meno tutelati sono proprio quelli occupati da personale femminile. Purtroppo questa disparità è ancora più presente al momento della remunerazione per il lavoro svolto: secondo le statistiche dedicate lo stipendio di una donna è di media più basso di circa il 20% rispetto a quello di un uomo nella stessa posizione.
Divario ancora troppo grande
Si può nascondere la testa nella sabbia ma il problema rimane e deve essere risolto: nel 2021 è inaccettabile che esista un divario così importante tra i due sessi. Non si tratta di numeri lanciati a caso: è l’Istat a rendere noto come nel 2020, anno nel quale la pandemia di coronavirus è iniziata e ha messo a ferro e fuoco l’Italia, su circa 450 mila posti di lavoro persi, il 70% era occupato da donne. Purtroppo nonostante i tanti passi in avanti fatti in molti settori, quello del lavoro rimane all’antica. Si vive ancora sulle vecchie convinzioni per le quali una donna sia più emotiva e quindi non adatta ad affrontare situazioni di tensione.
In realtà, ancora oggi il lavoro per la donna è ancora strumento di emancipazione: il problema è che nonostante la validità della sua preparazione viene vista ancora in modo differente, arrivando, come segnalato dall’Eurostat, ad essere pagata meno degli uomini per di almeno un 20%, su base annuale.
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