Ex Ilva, pre accordo tra ArcelorMittal e Governo
Vi sono stati passi in avanti per ciò che concerne la risoluzione del contenzioso tra Governo e ArcelorMittal per l’ex Ilva: Il Tribunale di Milano ha fissato la nuova udienza per il caso al prossimo 6 marzo. Ed entrambe le parti si sono accordate per risolvere i negoziati con una soluzione entro febbraio.
ArcelorMittal vuole restare
La volontà di ArcelorMittal, secondo i legali dell’azienda, è quella di rimanere in Italia e più nello specifico a Taranto, proprio come segnalato ai lavoratori dello stabilimento pugliese da parte dell’ad della compagine italiana della multinazionale. Una rassicurazione per coloro che rischiano di perdere il posto e che calma anche un poco gli animi rispetto a quella clausola parte dell’accordo tra la società franco indiana e l’Esecutivo relativa a una possibilità di uscita a fronte però del pagamento di mezzo miliardo di euro di cui 400 milioni in contanti e 100 milioni di magazzino.
In queste settimane di trattative le due parti dovranno raggiungere prima di tutto un’impostazione del piano industriale adatta ad affrontare le criticità tenendo conto che da quel che emerge è facile intuire che poco ci sarà da fare per quei 1800 addetti ora nello stabilimento in amministrazione straordinaria. Uno dei punti più importanti da affrontare? Gli ulteriori esuberi che ArcelorMittal vuole eseguire: almeno altri 3 mila.
Il Governo invece vuole che vengano assorbiti nel personale.
Trattative in corso e sindacati
Al momento la situazione, per quanto più positiva rispetto alle scorse settimane, vede comunque sul tavolo delle trattative un numero di esuberi molto importante contro i quali i sindacati si opporrebbero con tutte le loro forze. E tenerli ancora fuori dalle discussioni come fatto fino ad ora sembra improponibile, soprattutto perché gli esuberi prevedrebbero un uso molto intenso della cassa integrazione.
Ecco quindi che con molta probabilità essi saranno un protagonista più attivo nelle trattative con tutto ciò che ne consegue nel bene e nel male mentre i due interlocutori principali, ArcelorMittal e Governo decideranno il da farsi. La clausola di uscita per i primi, e la non entrata in AMInvestco, la società super indebitata controllata al 95% da Arcelor Mittal, da parte del secondo, dà ad entrambe le parti qualcosa che può consentire una via di fuga senza troppe perdite.
Uno strumento che dovrebbe portare le trattative sulla giusta strada da percorrere e che vede le due parti chiamate in causa dover trovare una quadra su una situazione difficile che, va ricordato, mette in gioco la sopravvivenza di molte famiglie.
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