Le cose da non dire mai ad un colloquio di lavoro

Per avere maggiori opportunità di essere assunti ecco le frasi o le domande che è opportuno non rivolgere ai vostri aspiranti datori di lavoro.

di Simona Vitale 5 Novembre 2012 15:58

In tempi di crisi come quelli che corrono, per coloro che hanno l’opportunità ed i requisiti per rispondere ad una più o meno allettante proposta di lavoro, occorre stare davvero molto attenti a cosa dire e, soprattutto, a cosa non dire, nell’ambito di un colloquio di selezione. Pertanto alcuni super esperti inglesi, come Corinne Mills, managing director di Personal Career Management, Richard Nott, direttore del portale CWJobs.co.uk, e Nik Pratap di Hays Senior Finance, hanno provato a stilare un prezioso decalogo delle cose da non dire nel corso di un colloquio di lavoro, in modo da avere più possibilità di passare da aspiranti candidati a occupati nel mondo del lavoro.

Ecco, dunque, le 10 cose assolutamente da non dire:

  1. “Scusate il ritardo”: Frase del tutto inutile perché la puntualità è un elemento chiave, giacché nessuno vorrebbe assumere un lavoratore che farebbe tardi ogni mattina in ufficio.
  2. “Quante sono le ferie annuali e quanti i giorni di malattia concessi?” Programmare giorni di assenza o pianificare le vacanze non sembra certamente cosa carina ancor prima di essere assunti.
  3. “Prendo solo questa chiamata”. Secondo Mills dice che un gran numero di candidati pensano che sia normale rispondere alle chiamate telefoniche durante un colloquio l’anno. Ma non lo è.
  4. Alla domanda “Dove ti vedi tra cinque anni?”, non bisogna mai rispondere: “A lavorare presso di voi.” Sebbene la risposta possa essere autentica, secondo Nott i candidati devono “cercare di costruire una risposta sull’esperienza che vorrebbero aver acquisito e il livello di responsabilità che gli piacerebbe avere, piuttosto che percepire l’intervistatore come minaccioso”.
  5.  Il mio precedente datore di lavoro mi ha distrutto”. Secondo Pratap “parlare male di un precedente datore di lavoro  non solo non è professionale, ma induce anche a riflettere sul tuo personaggio”. Senza contare che il vostro nuovo datore di lavoro potrebbe mettersi in contatto con il precedente, per avere referenze sul vostro conto. Siate furbi.
  6. “Fate racchette da tennis? Pensavo che facevate mazze da cricket”.  “Dire che hai guardato solo il loro sito web è solo marginalmente migliore perché i datori di lavoro si aspettano molto di più”, spiega Mills. Sarebbe opportuno che i candidati conoscessero bene il loro aspirante datore di lavoro.
  7.  “Maledizione”Mai imprecare durante un colloqui di lavoro. Anche qualora il vostro interlocutore dica parolacce, mantenetevi sempre con tono e atteggiamento professionale.
  8. “Ero molto bravo coi Firewall dei checkpoint”. Mai presumere che il nostro interlocutore conosca qualcosa delle nostre precedenti esperienze lavorative. Occorre essere chiari sulle abilità e sulle proprie esperienze in modo da evitare possibili confusioni o malintesi.
  9. “Devo proprio indossare quella divisa?” Domanda destinata a far cadere in basso le nostre quotazioni. Occorre pensare che, probabilmente, anche il nostro interlocutore in passato deve averla indossata, sebbene non certo allettante.
  10. Alla domanda, “Qual è la cosa migliore che si aspetta da questo ruolo?” Nott suggerisce di non rispondere mai con uno dei seguenti elementi: la busta paga, i benefit, la pausa pranzo, i miei collaboratori o le vacanze.
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