Alitalia, no a smembramento: in cassa 232 milioni
Nessuno smembramento per Alitalia ma discontinuità rispetto al passato: è questa la linea che stanno seguendo il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e Paola De Micheli, a capo del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti per ciò che concerne l’ennesimo tentativo di salvataggio che si spera possa andare a buon fine.
Parola d’ordine per Alitalia: discontinuità
Soprattutto perché i tre miliardi dedicati al salvataggio di Alitalia con i fondi stanziati dal decreto Liquidità relativo all’emergenza coronavirus devono avere un uso giustificato. Come spiegano sul tema, la discontinuità dovrà essere il fulcro delle operazioni. Paola De Micheli, parlando in audizione alla commissione Trasporti della Camera ha sottolineato:
L’elemento chiave della disposizione è la discontinuità. La nuova società partirà da zero con un progetto di sviluppoo e di rilancio. L’investimento di 3 miliardi vuole essere anche un grande Investimento per il Paese. La nuova società partirà da zero, con obiettivo sviluppo e rilancio. Con 3 miliardi c’è una robusta capitalizzazione per la newco, servirà un investimento per la flotta per il lungo raggio. Una certezza sarà l’alimentazione dell’hub di Fiumicino, che resterà strategico, e l’alimentazione del lungo raggio su Malpensa.
Insomma, la ripartenza è un concetto che anche per Alitalia Tai acquista un significato molto importante.
In cassa a maggio 232 milioni per Alitalia
Anche il ministro Stefano Patuanelli ha sottolineato che si sta lavorando per dare finalmente vita a una soluzione consona per Alitalia che in cassa a maggio, ha precisato, aveva 232 milioni. E’ impossibile ignorare, ha evidenziato quello che è stato “un calo drammatico delle entrate” negli ultimi mesi, ma la presenza di soldi in cassa “dà la misura del lavoro del commissario straordinario“. E ha sottolineato ancora
Ci sarà una discontinuità necessaria, che non significherà smembrare la compagnia, perché è uno dei valori su cui il governo non intende retrocedere. E’ come se fosse entrata in campo una safety car, avevamo un ritardo enorme [rispetto ad altri del settoree] e questa distanza è stata annullata dal Covid che rappresenta la safety car, ora vogliamo ripartire con la giusta velocità.
Il ministro ha poi aggiunto che il futuro della compagnia è un “qualcosa che accomuna tutto governo in tutte le sue componenti” e il trovare una persona che creda in quel piano industriale “e che soprattutto abbia una capacità manageriale legata al settore trasporto aereo“, ha continuato, “sarà l’elemento che completerà il percorso“.
Un percorso ancora non segnato e che molti, anche della compagine governativa, vogliono che venga chiuso al più presto, al fine di salvare definitivamente la compagnia e non perdere altro tempo e soldi.
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