Beko, salva la fabbrica di Comunanza
La fabbrica Beko di Comunanza è salva. A quanto pare l’azienda avrebbe rivisto i suoi piani in merito allo stabilimento presente in provincia di Ascoli Piceno.
Cambia il piano industriale di Beko
Dobbiamo ricordare che la fabbrica dove si assemblavano asciugatrici e lavatrici faceva parte di quella lista di impianti in chiusura per via dei piani di riorganizzazione del gruppo che qui in Italia ha rilevato i vecchi impianti Whirpool. È stato il Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ad annunciare il passo indietro in tal senso, almeno per questo stabilimento di Beko. Il politico, in missione dedicata in Turchia, ha avuto un incontro con i manager e la proprietà del gruppo.
A quanto pare il ministero è riuscito a migliorare quelle che sono le prospettive del piano industriale di Beko e di conseguenza a salvare (perlomeno) lo stabilimento di Ascoli Piceno. Il piano, sottolinea il ministro, lunedì prossimo verrà illustrato ai sindacati, confermando il mantenimento del sito di Comunanza. Questo, lo ricordiamo, era quello più a rischio tra i diversi siti italiani.
Secondo il ministro, attraverso gli investimenti programmati, l’Italia può rilanciare anche nell’ambito degli elettrodomestici il suo essere una importante piattaforma produttiva di alta gamma. Cosa prevedeva la prima versione del piano industriale di Beko? Per quel che riguarda l’Italia la chiusura degli stabilimenti di Comunanza e di Siena nonché un taglio di circa 1900 posti di lavoro accompagnato dalla riduzione di alcune linee di produzione per quel che concerne lo stabilimento di Cassinetta.
Prevista ancora chiusura per Siena
Al momento la chiusura sarebbe prevista solo per l’impianto di Siena, ma la Regione Toscana può contare su due anni di tempo per reindustrializzare il sito. Il ministro conferma che, a ogni modo, il confronto con Beko non si fermerà qui. In modo tale di dar vita a un piano industriale ambizioso che coinvolga investimenti importanti riguardanti l’ammodernamento delle fabbriche.
Pur non volendo esultare troppo presto in merito, va detto che l’ottenimento di un simile risultato potrebbe effettivamente essere considerato una rilevante vittoria nel settore dato il salvataggio, almeno su carta, di circa 320 lavoratori. Bisognerà verificare all’atto di presentazione del piano ai sindacati se tutto ciò sarà effettivamente possibile o privo di criticità.
Data la situazione che si era venuta a creare con Beko qui in Italia, riuscire già in un piccolo salvataggio può rappresentare un primo passo. Ovviamente per una corretta gestione di un dossier che negli ultimi mesi aveva effettivamente preoccupato per via di un’ipotetica mancanza di soluzioni applicabili.
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