Coronavirus, l’impatto sui giovani cuochi professionisti
La pandemia di coronavirus ha avuto un forte impatto sul comparto della ristorazione e ancor di più su una categoria in particolare: quella dei giovani cuochi under 35. Tolte infatti alcune eccezioni affermatesi in modo importante, per questi ragazzi la pandemia ha comportato un prezzo davvero salato da pagare.
Sofferenza ma anche resilienza
A aprire uno scorcio sulla situazione di questi giovani chef ci ha pensato un rapporto composto dalla S.Pellegrino Young Chef Academy che ha mostrato come il 2020 abbia portato molti di questi professionisti a perdere il proprio lavoro. Una situazione difficile che i diretti interessati stanno prendendo in modo serio ma ottimista, lavorando affinché nonostante la crisi in atto la riduzione o la perdita di lavoro temporanee non diventino permanenti.
E’ fuori da ogni dubbio che si tratti di un periodo di cambiamento, ma i cuochi under 35 stanno dimostrando di avere una forte resilienza nonostante i numeri non siano il massimo: poco più del 30% degli intervistati per la redazione della ricerca non ha visto cambiare la sua condizione lavorativa e sta percependo il suo stipendio normalmente: il 22% ha perso il proprio lavoro a causa della crisi economica. e almeno il 75% teme che la propria condizione possa cambiare e che possa essere licenziato. Detto questo il report della S.Pellegrino sottolinea che il 56% di coloro che sono hanno un lavoro o lo hanno mantenuto ma con un reddito ridotto mantengono comunque la fiducia nella capacità di trovare un altro lavoro nel settore della ristorazione. E se più del 70% pensa che continuerà a lavorare nel settore, il 60% spera di vedere la fine dell’emergenza coronavirus molto presto ed essere in grado di aprire un proprio ristorante.
Mancano i soldi per la formazione
Riuscire in tutto ciò però, proprio perché ci si trova in questo periodo pieno di sfide e difficoltà, sarebbe bene dare più spazio ai programmi di formazione in caso se ne avessero le possibilità. Secondo il suddetto report ameno il 54% partecipa raramente a corsi di formazione: la ragione principale, purtroppo è la mancanza di soldi. Quasi il 70% delle persone sostiene che il costo sia il problema maggiore da affrontare: mancano i fondi personali per poter seguire corsi di aggiornamento importanti.
Questi giovani chef vogliono aprire la propria attività: motivo per il quale vorrebbero migliorare la conoscenza nel campo finanziario della ristorazione, del business management e della comunicazione Insieme ovviamente alla gestione della squadra di lavoro, degli sprechi e nuove tecniche di cucina. La pandemia per molti ha solo accelerato quello che era un processo già in atto, soprattutto per quel che concerne la cucina sostenibile.
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