Neet, chi sono e come convincerli a lavorare

di Valentina Cervelli 26 Dicembre 2024 10:28

Neet è l’acronimo inglese “not in employment, education or training”. Tradotto nella nostra lingua è un termine che riconosce quei ragazzi e ragazze che non lavorano, non studiano e nemmeno seguono corsi di formazione.

Cosa accade con questo fenomeno

Attenzione però: non si tratta di ozio semplicemente. Non si parla di una generazione che non ha voglia di fare. Ma di persone che spesso e volentieri non riescono ad avere accesso né al mondo della formazione né al mondo del lavoro per mancanza di risorse.

È facile dare la colpa ai “disoccupati” o neet che dir si voglia: la verità è che l’Italia, per mancanza di risorse e di un’organizzazione adeguata per quel che concerne il mondo del lavoro e la società, non è in grado di impiegare al meglio i propri giovani. Né di sostenerli in modo adeguato.

Quello dei neet, va detto, è ormai diventato un problema sociale decisamente sentito. Soprattutto perché ci troviamo in un momento storico, soprattutto in ambito lavorativo, caratterizzato da una crescita debole. E questo è un fattore che si riflette non solo sui consumi e sull’inflazione ma anche sull’occupazione stessa. Ovviamente ogni Stato membro europeo presenta differenti percentuali di neet.

Fattore che dipende in buona parte dalle risorse che ogni Governo è stato in grado di mettere in campo per combattere il fenomeno.

Italia tra gli Stati con più neet

L’Italia purtroppo si trova tra gli Stati che presentano una percentuale più alta di questi giovani. E la colpa sta nel fatto che non vi sia soprattutto una formazione adeguata. O un vero lavoro di incanalamento a partire dalle scuole superiori. Non vengono dati agli alunni suggerimenti adeguati o più semplicemente un orientamento fornito da esperti.

Se si riuscisse infatti a instradare i giovani verso una formazione da loro veramente apprezzata, in base ai loro punti di forza e tenendo conto delle loro debolezze, sarebbe possibile ottenere diversi numeri. Tra l’altro le scuole tecniche, da ormai diversi anni, sono poco supportate o valorizzate.

Inutile dire che ha il suo peso anche il fatto che la spesa pubblica per l’istruzione italiana sia tra le più basse. E questo è valido sia per la scuola dell’obbligo che per i corsi di formazione che potrebbero inserire i neet nel mondo del lavoro.

In teoria, la ricetta per uscire da questo problema sarebbe molto semplice: adattare e personalizzare la formazione, nonché aiutare chi vuole farlo ad avere un accesso reale nel mondo del lavoro. Ma se la maggior parte delle aziende, a prescindere dai settori, continueranno a cercare di sfruttare le persone senza offrire realmente sbocchi o il corretto supporto economico, questo non sarà mai possibile.

Tags: lavoro
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