Seci, ricorso inammissibile: è fallimento

di Valentina Cervelli 6 Luglio 2021 17:34
Purtroppo quello che si voleva evitare è accaduto: il tribunale ha giudicato inammissibile la domanda di concordato preventivo presentata da Seci e depositando la sentenza definitivamente, ha dichiarato ufficialmente il fallimento della holding del gruppo Maccaferri.

Una sentenza con conseguenze notevoli

In questo modo è stata accolta completamente la richiesta presentata dalla Procura. La sentenza è un documento di 33 pagine firmato dai giudici Antonella Rimondini, Maurizio Atzori e Fabio Fiorini e, da quel che si evince da fonti stampa, in alcuni tratti appare durissima nei confronti della Seci, la quale è chiamata ora in pochissimo tempo a presentare e depositare in tribunale i bilanci, le scritture fiscali e contabili e l’elenco dei creditori. Con la stessa urgenza deve inoltre presentare anche l’inventario in modo tale da rendere possibile ai curatori il proprio lavoro senza particolari criticità.
Anche i curatori sono già stati nominati: si parla di Enrica Piacquaddio, e degli avvocati Antonio Rossi e Claudio Solferini: è stato inoltre programmato per il prossimo 25 novembre l’esame dello stato passivo in presenza del giudice delegato Antonella Remondini già citata in precedenza.
La Procura, attraverso Il procuratore capo Giuseppe Maso, il sostituto procuratore Nicola Scalabrini e l’aggiunto Francesco Caleca avevano presentato la loro denuncia lo scorso 13 febbraio 2020, giustificando l’atto in base a una “insolvenza irreversibile” e un grave dissesto finanziario espresso da un patrimonio netto negativo di oltre 65 milioni già al 31 dicembre del 2018.

Anni di difficoltà economiche e richieste mancate

È una storia che dura da tempo quella delle difficoltà economiche di Seci e che ha visto progredire la situazione attraverso perdite e ricorsi. In realtà. Seci era stata ammessa al concordato preventivo nel 2019, ma aveva mancato di presentare una proposta e il piano concordatario entro la scadenza per la consegna stabilita per il 3 gennaio 2020 e già precedentemente prorogata. È per questo motivo che è nata la dichiarazione sull’inammissibilità del ricorso legato al concordato preventivo e la conseguente decisione dei procuratori di chiedere il fallimento.
La società ha tentato in questi ultimi mesi di provvedere a ciò che era stato richiesto negli anni precedenti, ma quel che è stato presentato è apparso spesso incompleto e carente. Viene ora da chiedersi cosa ne sarà dei lavoratori del gruppo e se la famiglia Maccaferri abbia qualche asso nella manica per affrontare ciò che la aspetta. In fin dei conti si tratta sempre di una realtà bolognese presente da tanti anni sul territorio e viene spontaneo chiedersi perché non ci sia mossi in maniera accurata quando vi era tempo ed era possibile evitare un simile disastro.
Tags: lavoro
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