Stagnazione, è realtà in Italia

di Valentina Cervelli 31 Gennaio 2025 15:30

L’Italia è in stagnazione. È questa la realtà dei fatti esplicitata dai dati provenienti dall’ISTAT. La tanto decantata crescita dell’1%, finora riportata, semplicemente non esiste.

In Italia siamo in piena stagnazione

Con tutte le conseguenze del caso per quel che riguarda il mondo del lavoro e l’economia italiana. Nel secondo trimestre del 2024 l’Italia è stata ferma: è questo il significato di stagnazione. Come noi la Germania (in recessione) e la Francia, parte di quegli Stati che negli ultimi mesi hanno sofferto.

Solo la Spagna e il Portogallo hanno fatto registrare una forte crescita. E soprattutto per la prima la ragione è legata alla tassazione dei grandi patrimoni, ovvero la patrimoniale e l’aumento del salario minimo.

Misure che in Italia vengono viste come problematiche, ma che hanno mostrato ancora una volta come siano in grado di sostenere il mondo del lavoro, l’economia e la crescita del PIL. I dati presentati dall’ISTAT in merito alla crescita italiana e alla stagnazione registrata sono tali nonostante i fondi europei ricevuti grazie al PNRR.

Più nello specifico i dati dell’ISTAT sottolineano che il PIL in Italia nel quarto trimestre del 2024, tra l’altro corretto per il calendario e destagionalizzato, ha presentato una crescita pari a zero rispetto al precedente trimestre nel quale era già fermo.

Ed è cosa nota che, tecnicamente, una crescita pari a zero per un periodo pari a sei mesi sia chiamato stagnazione. Ciò comporta un rallentamento della crescita del PIL. Unica ipotetica consolazione in questo caso è che l’Italia comunque si trova a vivere una situazione  presente mediamente in Europa dopo una crescita pari al +0,4% del trimestre estivo.

Necessario prendere provvedimenti

Questo periodo di stagnazione dimostra come l’economia italiana e in un certo senso quella tedesca siano molto simili da questo punto di vista. Quale? Quello della correlazione tra il mercato manifatturiero italiano e l’economia tedesca che ricordiamo si trova al suo secondo anno di recessione.

La stagnazione inoltre sottolinea come l’Italia, che fino a qualche mese fa era vista da alcuni analisti come il nuovo motore economico europeo, rimanga comunque uno degli Stati dalla ripresa debole.

E di come con molta probabilità quella che è una crisi politica in atto dettata da particolari scelte possa portare anche a uno stop di tipo economico. Purtroppo il confronto diventa impietoso in tal senso se pensiamo a quanto sia stata ampia la critica nei confronti delle scelte spagnole. Soprattutto perché queste hanno ripagato in modo decisamente imponente.

Sarà forse il caso che venga presa in considerazione anche in Italia, per il mondo del lavoro e il PIL, no la tassazione dei super ricchi e fissare un salario minimo?

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