Timken, annunciata chiusura impianto a Villa Carcina
La Timken di Villa Carcina ha annunciato la chiusura dello stabilimento, specializzato nella produzione di cuscinetti a rulli utili per il mercato ferroviario e fuoristrada: una notizia giunta improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno che adesso abilitato i lavoratori dell’azienda, che al momento non sanno cosa prevedrà per loro il futuro.
Decisione improvvisa di chisura
Gli operai sono increduli, alcuni di loro sono dipendenti della struttura da quasi 30 anni e che non riescono a credere che l’azienda che sottolineava come tutti fossero una grande famiglia, abbia deciso per una chiusura senza nemmeno avvertire i lavoratori con un anticipo accettabile. I 120 dipendenti della struttura, una volta terminata la cassa integrazione prevista per un anno rimarranno senza un impiego.
Ragione per la quale hanno deciso di mobilitarsi immediatamente nei confronti della Timken per capire quali margini ci possono essere per evitare questa chiusura o quantomeno ottenere un ricollocamento giusto. Da ieri quindi gli operai sono in presidio permanente. La sede venne aperta dalla Gnutti Carlo Spa nel 1978 e poi acquisito nel 1996 dalla Timken, un’azienda americana presente in tutto il mondo con migliaia di dipendenti. La multinazionale ha deciso di chiudere lo stabilimento di Villa Carcina per ottimizzare le attività e riorganizzare l’assetto produttivo dell’azienda: una giustificazione che non trova accoglimento tra gli operai dato che il lavoro per questa sede non è mai mancato così come gli ordinativi.
Interrogazione parlamentare sulla decisione dell’azienda
Sebbene la decisione sia stata segnalata come definitiva dall’azienda, i sindacati stanno tentando di intavolare una trattativa con la Timken per evitare il licenziamento in blocco dei lavoratori. A tal proposito la deputata Marina Berlinghieri del PD ha annunciato un’interrogazione parlamentare: ciò che l’impresa sta facendo non è in linea con quello che aveva annunciato qualche mese fa, ovvero investimenti. Ha infatti spiegato:
Timken non più tardi di un anno fa aveva annunciato un investimento a Villa Carcina per dimostrare l’attaccamento al territorio. Nominata “Una delle aziende più responsabili d’America del 2020” da Newsweek, utilizza la propria esperienza ingegneristica per “costruire un mondo più efficiente, sviluppando un impatto duraturo per le generazioni future”. Per questo, credo che la scelta di chiusura dello stabilimento nel bresciano possa e debba essere scongiurata. La Timken è l’ennesima multinazionale del settore automotive che decide di licenziare, dopo la Gkn a Firenze e la Gianetti Ruote in Brianza.
Martedì i sindacati sapranno cosa la Timken deciderà in merito all’apertura nella trattativa: di certo appare assurdo che si opti per una chiusura senza nemmeno un confronto sindacale prima di intraprendere qualsiasi azione.
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