Disney, al via tagli e licenziamenti
Al via anche presso la Disney tagli e licenziamenti. Qualcosa che era nell’aria fin dallo scorso novembre quando Bob Chapek è stato licenziato e al suo posto è tornato Bob Iger.
Parola d’ordine abbattimento dei costi
Eravamo tutti coscienti che questo non avrebbe fermato l’approccio di razionalizzazione delle risorse che la Disney aveva iniziato. E che conta ovviamente di finire sotto la guida di uno dei suoi uomini di punta. L’obiettivo è infatti quello di rimettere in carreggiata l’azienda, riportandola a guadagni e utili importanti. Bob Iger si è mosso spinto dall’annuncio dei dati fiscali dell’ultimo trimestre dello scorso anno.
Nonostante i risultati migliori delle aspettative permane un calo nel numero degli abbonati a Disney+. La ragione? Il crollo di Hotstar in India a causa del mancato rinnovo dei diritti per il cricket. Le perdite per il servizio di streaming della Disney si sono comunque ridotte, mentre sono aumentati gli incassi cinematografici insieme a quelli della divisione parchi.
Dati interessanti sì, ma che non modificano il percorso di cambiamento dell’azienda, la quale ha deciso di massimizzare il potenziale delle sue diverse divisioni riducendo le spese. Sparisce quindi la macro divisione Disney Media and Entrainement Distribution per una nuova divisione dell’azienda.
Ecco la nuova organizzazione: vi sarà una divisione Disney Entrainment che racchiuderà in sé cinema, media, tv e streaming. Vi sarà poi la divisione ESPN con tutto ciò che riguarda lo sport è una divisione parchi esperienze e prodotti.
Della divisione intrattenimento vi saranno Dana Walden e Alan Bergman, due nomi di punta dell’azienda: gli stessi chiamati a poter diventare successori di Iger fra due anni.
Licenziamenti anche in Disney
Il tasto dolente ovviamente è rappresentato dai licenziamenti. Il ceo ha infatti annunciato un taglio di 5,5 miliardi di dollari che verranno recuperati in parte dalla spesa per i contenuti escludendo gli sport. E in parte proprio dal licenziamento delle risorse in più.
Il lavoro più importante sarà la revisione dei costi delle produzioni per il cinema e per la televisione ma verranno recuperati fondi anche dall’esubero di 7000 persone. Ovvero il 3% della totale forza lavoro della Disney.
Iger ha sottolineato che non si è trattato di una decisione presa con leggerezza. La maggior parte degli licenziamenti dovrebbe avvenire nell’ex divisione DMED per quel che concerne la sezione marketing in particolare.
Un approccio quello della Disney che punta a ottimizzare i costi e ad allontanare quelle risorse che sono state assunte con troppa leggerezza e che ormai non sono più utili per la crescita dell’azienda.
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