Lavoro Europa: salario minimo, rider e sostegno alle donne
Diritti dei rider, salario minimo e sostegno al lavoro femminile sono i principali rimedi del Parlamento Europeo contro la povertà, sanciti in tre distinti punti chiave in una risoluzione approvata lo scorso 10 febbraio. Qual è la situazione italiana?
Combattere la povertà con strumenti adeguati
Una ricetta contro la povertà che si è resa necessaria non solo per la situazione nella quale verteva la popolazione europea nel corso degli ultimi anni: la pandemia di coronavirus ha portato sulle soglie della povertà ancora più persone, stimate in un numero di circa 95 milioni. Il testo, di tipo non legislativo, è stato approvato a larga maggioranza e dovrebbe portare ad una Direttiva Europea su salari minimi adeguati: ciò comporta che si applichi il quadro legislativo delle condizioni minime di lavoro anche ai rider, con un invito agli Stati membri di impegnarsi a rendere attiva sul proprio territorio la direttiva già approvata sull’equilibrio tra le attività professionale e la vita familiare la cui recezione definitiva è stata fissata entro l’agosto del 2022.
Il Parlamento Europeo è da tempo al lavoro per creare delle condizioni eque di sopravvivenza per diverse categorie di persone svantaggiate nell’approccio al lavoro, puntando ad una maggiore equità di salario. Si legge nella nota che accompagna la la votazione della risoluzione della direttiva:
I deputati accolgono la proposta della Commissione di direttiva UE su salari minimi adeguati, descrivendola come un passo importante per garantire che tutti possano guadagnarsi da vivere con il proprio lavoro e partecipare attivamente alla società. Dove applicabile, la direttiva dovrebbe garantire che i salari minimi legali siano sempre fissati al di sopra della soglia di povertà.
Verso una direttiva sul salario minimo
Se venisse approvata una Direttiva sul salario minimo dal Parlamento Europeo potrebbe davvero cambiare le cose nel nostro paese: in Italia infatti non è ancora previsto un salario minimo per i lavoratori, nonostante l’ex ministro Nunzia Catalfo avesse dato vita è presentato un disegno di legge per introdurlo nel 2018, col prima di diventare ministro del lavoro e delle Politiche sociali. Nonostante il passare dei mesi non si sono fatti passi in avanti lungo questo percorso e ancora adesso le trattative sono molto aspre, nel tentativo di trovare un giusto equilibrio tra i pro e i contro dell’introduzione di una simile norma.
Purtroppo tra la teoria è l’applicazione pratica difficilmente si riscontra un iter facile e veloce: sebbene alcuni diritti dei rider siano stati riconosciuti è nostro paese e si sia fatto qualcosa per il lavoro femminile niente di risolutivo è stato raggiunto in Parlamento. Nel caso quella dei salari divenisse una direttiva approvata definitivamente dall’Europa, anche l’Italia sarebbe obbligata a ratificare e dar vita ad una politica di questo genere.
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