Lavoro in carcere, la sua importanza
Il lavoro in carcere è un tema del quale si dovrebbe parlare molto di più. Non deve essere considerato solo una opportunità ma un vero e proprio bisogno. E non solo per il detenuto.
Il lavoro in carcere e i suoi scopi
Sia per un discorso di effettiva riabilitazione per una reintroduzione nella società ma anche per quel che riguarda la forza lavoro nella sua accezione più pura. Seguendo ciò che indica la Costituzione, il lavoro in carcere può essere uno strumento di riconquista della dignità ma anche di acquisizione di competenze.
Per molti detenuti, il lavoro in carcere, può essere un modo per passare il tempo. Ma anche ricevere un compenso che a prescindere dall’importanza monetaria può concorrere al mantenimento della propria famiglia o al risarcimento da versare. Tra l’altro le statistiche parlano chiaro: chi lavora durante la detenzione ha molte meno probabilità di tornare a delinquere.
Ecco quindi che il lavoro in carcere non possiede solo una utilità riabilitativa ma anche sociale ed economica. Soprattutto se avviene in collaborazione con associazioni, imprese sociali, cooperative e aziende.
In questo modo è possibile fornire ai detenuti formazione professionale, esperienze reali di lavoro e talvolta prospettive occupazionali. Sia attraverso i diversi laboratori dedicati solitamente all’agricoltura alla sartoria, alla falegnameria e alla ristorazione ma anche attraverso collaborazioni in base alla preparazione dei detenuti.
Non sempre è possibile dare vita a progetti di livello in tal senso. Gli ostacoli sono tantissimi, a partire dalla carenza di fondi passando per la burocrazia e strutture fatiscenti arrivando allo scetticismo culturale.
I differenti tipi di occupazione penitenziaria
Il lavoro in carcere è essenzialmente suddiviso in lavoro intramurario ed extramurario. Il primo riguarda tutto ciò che avviene all’interno del carcere sia per quel che riguarda le attività produttive che per il funzionamento della struttura. Mentre il secondo corrisponde alla possibilità per gli ospiti della struttura di lavorare all’esterno del carcere. Ciò accade spesso con aziende che hanno stipulato una convenzione con l’amministrazione penitenziaria.
Come già anticipato i detenuti che lavorano hanno diritto a tutti gli altri diritti previsti per gli altri lavoratori e quindi in base al contratto stipulato hanno diritto anche a malattia retribuita, a contributi previdenziali, alle ferie. Insomma non si tratta di un lavoro afflittivo di punizione, ma di una vera e propria occupazione.
La quale, come già anticipato non solo ha un carattere riabilitativo ma può rivelarsi utile per la società stessa grazie al contributo che viene fornito dal detenuto nell’ambito lavorativo d’appartenenza. Riuscendo in questo modo a ottenere produttività.