Unicredit, Tar dà torto a Bpm
Unicredit archivia a suo favore il respingimento del ricorso al Tar del Lazio di Banco Bpm sull’offerta pubblica di scambio. Ciò non toglie che la posizione dell’istituto di Piazza Meda rimanga molto rigida.
Un punto a favore di Unicredit
È un dato di fatto che Banco Bpm non veda di buon occhio l’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit. Giuseppe Castagna, amministratore delegato e il presidente Massimo Tononi hanno fatto sapere che per loro il contesto non è stato assolutamente modificato. I due hanno sottolineato come l’istituto abbia preso atto della decisione del Tar e di come siano abituati da ormai 7 mesi a non essere certi sui tempi e sulle intenzioni di Unicredit.
All’interno della nota relativa sottolineano come si tratti di un’Ops dalla “straordinaria durata“, contro una media classica di questo tipo di operazioni di 5 mesi. La banca evidenzia inoltre come “a causa della passivity rule, si limiti significativamente la nostra necessaria flessibilità strategica in un momento decisivo per il riassetto del settore del credito“.
La maggiore preoccupazione relativa all’Ops di Unicredit riguarda le filiali. All’interno della nota viene fatto notare infatti come questa continui a non essere conveniente per gli azionisti, essendo nata e rimasta senza premio. Nelle altre operazioni, fanno notare, il premio è stato pari al 45%, che riferito all’Ops di Unicredit si tradurrebbe in circa 4,5 miliardi di euro.
Incertezza sul futuro delle filiali
Una delle maggiori critiche riguarda poi la mancanza di un piano industriale. Qualcosa che non solo sfavorisce gli azionisti di Banco Bpm, ma mette a repentaglio anche potenzialmente l’occupazione. Minori tutele da parte di Unicredit nei confronti delle filiali potrebbero infatti corrispondere alla perdita di lavoro per famiglie, PMI e comunità locali.
Si tratta ovviamente di elementi fondamentali da tenere in considerazione, soprattutto per quel che concerne l’ambito occupazionale. Al momento, questa offerta infatti non delinea quale sarà il futuro delle filiali e, di conseguenza, dei lavoratori. E, inizialmente, l’Ops di Unicredit sarebbe dovuta terminare il 26 giugno, ma il 21 maggio la Consob ha accolto la richiesta della banca di Orcel nei confronti dell’attivazione del Golden Power, dando all’istituto maggiore tempo e prolungando l’operazione fino al 23 luglio.
Per quanto questo risiko bancario stia “intrattenendo” e non poco il settore, non bisogna dimenticare che dietro a un istituto vi sono famiglie di lavoratori che potrebbero incontrare problematiche finanziarie e sociali. Sarà importante conoscere anche il verdetto del Tar in merito al ricorso proposto da Unicredit sul Golden Power, la cui sentenza è prevista per il prossimo 9 luglio.