Alitalia, manifestazione d’interesse da cordata italiana dell’IT
Tra le difficoltà vissute dagli italiani e dall’economia del paese in questo momento difficile, Alitalia con le sue problematiche stava passando quasi in sordina: la chiusura delle manifestazioni d’interesse prevista per lo scorso 18 marzo avrebbe invece prodotto una cordata italiana proveniente dal settore IT fortemente Interessata.
Almaviva e l’interesse per Alitalia
Nello specifico si parla di Almaviva e del gruppo d’investitori, sempre legati al settore IT italiano che vorrebbero acquisire la compagnia e rivoluzionarla dal punto di vista tecnologico, promuovendone una crescita al fine di rispondere alle esigenze di rilancio sia dell’azienda che del turismo e del Made in Italy. Come ha spiegato la cordata in una nota:
La decisione è motivata dalla volontà di portare il contributo di consolidate esperienze d’impresa e competenze digitali per guardare alla prospettiva della compagnia nell’ambito di un più ampio progetto di rilancio per il Turismo e il Made in Italy [attraverso] un piano strategico indirizzato a valorizzare Alitalia quale soggetto centrale per profilo, assetto e missione, caratterizzato da completa digitalizzazione nella gestione dei servizi, da sistema integrato di assistenza e accoglienza, dalla capacità evoluta di promozione del turismo e del patrimonio culturale italiano.
Un potenziale approccio ben preciso e con basi solide che farebbe ben sperare nel caso l’iter si risolvesse con la manifestazione d’interesse trasformata in offerta finale.
Un progetto che coinvolge trasporti, turismo e IT
Nella visione caldeggiata da Almaviva, Alitalia come compagnia aerea conquisterebbe il ruolo di “principale messaggero del Made in Italy” dove l’innovazione e la qualità dell’offerta diventerebbero i fattori privilegiati, dando di fatto spinta all’assunzione di nuovo personale e al consolidamento della realtà.
Nel corso di un’ intervista con l’Ansa, l’amministratore delegato di Almaviva Marco Tripi, ha condiviso quella che secondo lui è stata la mancanza più grande dell’azienda: il non avere un piano serio per la sopravvivenza o la sua rinascita. Dalle parole del manager si evince che la differenza tra l’ottenimento di un buon risultato e il fallimento, secondo lo stesso passi attraverso una progettazione seria di ciò che si ha intenzione di fare. Pensando agli ultimi due anni di Alitalia difficilmente gli si può dare torto. Ha poi specificato nel corso del colloquio con l’agenzia di stampa:
Io voglio propormi come colui che conosce l’azienda, che ha il know-how, un’idea.
C’è un motivo per cui ha chiamato il progetto coinvolgente Alitalia “trasporti e turismo“. Quel che vuole fare è puntare sull’esperienza del settore IT per cambiare alla base l’approccio aziendale alla crescita,”su una piattaforma digitale, su una integrazione capillare con l’offerta turistica del Paese“. Una volta verificato “in data room” la fattibilità del progetto, ha spiegato, “poi trovare i soldi non sarà difficile, si faranno avanti possibili soci“.
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