Le cose da non dire mai ad un colloquio di lavoro
In tempi di crisi come quelli che corrono, per coloro che hanno l’opportunità ed i requisiti per rispondere ad una più o meno allettante proposta di lavoro, occorre stare davvero molto attenti a cosa dire e, soprattutto, a cosa non dire, nell’ambito di un colloquio di selezione. Pertanto alcuni super esperti inglesi, come Corinne Mills, managing director di Personal Career Management, Richard Nott, direttore del portale CWJobs.co.uk, e Nik Pratap di Hays Senior Finance, hanno provato a stilare un prezioso decalogo delle cose da non dire nel corso di un colloquio di lavoro, in modo da avere più possibilità di passare da aspiranti candidati a occupati nel mondo del lavoro.
Ecco, dunque, le 10 cose assolutamente da non dire:
- “Scusate il ritardo”: Frase del tutto inutile perché la puntualità è un elemento chiave, giacché nessuno vorrebbe assumere un lavoratore che farebbe tardi ogni mattina in ufficio.
- “Quante sono le ferie annuali e quanti i giorni di malattia concessi?” Programmare giorni di assenza o pianificare le vacanze non sembra certamente cosa carina ancor prima di essere assunti.
- “Prendo solo questa chiamata”. Secondo Mills dice che un gran numero di candidati pensano che sia normale rispondere alle chiamate telefoniche durante un colloquio l’anno. Ma non lo è.
- Alla domanda “Dove ti vedi tra cinque anni?”, non bisogna mai rispondere: “A lavorare presso di voi.” Sebbene la risposta possa essere autentica, secondo Nott i candidati devono “cercare di costruire una risposta sull’esperienza che vorrebbero aver acquisito e il livello di responsabilità che gli piacerebbe avere, piuttosto che percepire l’intervistatore come minaccioso”.
- “Il mio precedente datore di lavoro mi ha distrutto”. Secondo Pratap “parlare male di un precedente datore di lavoro non solo non è professionale, ma induce anche a riflettere sul tuo personaggio”. Senza contare che il vostro nuovo datore di lavoro potrebbe mettersi in contatto con il precedente, per avere referenze sul vostro conto. Siate furbi.
- “Fate racchette da tennis? Pensavo che facevate mazze da cricket”. “Dire che hai guardato solo il loro sito web è solo marginalmente migliore perché i datori di lavoro si aspettano molto di più”, spiega Mills. Sarebbe opportuno che i candidati conoscessero bene il loro aspirante datore di lavoro.
- “Maledizione”. Mai imprecare durante un colloqui di lavoro. Anche qualora il vostro interlocutore dica parolacce, mantenetevi sempre con tono e atteggiamento professionale.
- “Ero molto bravo coi Firewall dei checkpoint”. Mai presumere che il nostro interlocutore conosca qualcosa delle nostre precedenti esperienze lavorative. Occorre essere chiari sulle abilità e sulle proprie esperienze in modo da evitare possibili confusioni o malintesi.
- “Devo proprio indossare quella divisa?” Domanda destinata a far cadere in basso le nostre quotazioni. Occorre pensare che, probabilmente, anche il nostro interlocutore in passato deve averla indossata, sebbene non certo allettante.
- Alla domanda, “Qual è la cosa migliore che si aspetta da questo ruolo?” Nott suggerisce di non rispondere mai con uno dei seguenti elementi: la busta paga, i benefit, la pausa pranzo, i miei collaboratori o le vacanze.
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