Covid, i settori a rischio di maggiori licenziamenti
La pandemia di coronavirus sta mettendo a dura prova la tenuta del tessuto lavorativo in Italia e nonostante gli aiuti messi in campo dal governo, vi saranno alcuni settori che soffriranno particolarmente dal punto di vista dei licenziamenti.
Possibilità di ingenti licenziamenti a breve termine
Sebbene per ora questi siano bloccati fino a gennaio 2021, una volta calata l’emergenza molti imprenditori si troveranno costretti a lasciare gente a casa in tutta la penisola. Il Cerved, all’interno dell’ analisi annuale recentemente condotta dedicata alle PMI, ha stimato un crollo del fatturato per le piccole e medie imprese compreso tra l’11% e il 16,3% e questo, va ripetuto, nonostante gli interventi pubblici di sostegno all’economia che sebbene siano stati in grado di contenere gli effetti più dirompenti della pandemia, non sono stati ovviamente in grado di eliminare il problema alla base.
Questa tendenza economica negativa è stimato arrivi a colpire nei prossimi mesi, in particolar modo, le aziende operanti nel settore della moda, nella siderurgia, nella logistica e trasporti, e in alcuni servizi legati alle persone. E come sempre accade a farne le maggiori spese saranno proprio i lavoratori, per un totale di circa 2 milioni di posti di lavoro a rischio. Anche coloro che operano nella ristorazione rischiano molto: a meno che non avvenga una ripresa sensibile, sono circa tra le 432 mila e le 667 mila le persone che potrebbero perdere la propria occupazione.
Ristorazione e agenzie di viaggio in difficoltà come le PMI
Il Cerved, nel suo rapporto 2020 sulle PMI, dipinge un quadro abbastanza chiaro di quelle che sono le conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria sul comparto industriale (e non) italiano. Molti settori saranno costretti a ridimensionare le proprie stime e le proprie spese e per “sopravvivere” sarà necessario stabilire un indirizzo certo delle risorse caratterizzato sia da sostenibilità e digitalizzazione. A subire un duro colpo tra i servizi dedicati alle persone, secondo il documento, vi saranno in particolare le agenzie di viaggio, le strutture ricettive e i ristoranti, i quali potrebbero dover ridurre il loro personale di un terzo e oltre rispetto ad ora.
E’ stato stimato che le imprese dovranno fare i conti con una riduzione del capitale di 47 miliardi, pari al 5,3% del valore delle immobilizzazioni, nel caso in cui una volta conclusi gli interventi statali di supporto anti covid non vi fossero per le stesse delle occasioni di rilancio. Dovranno essere previsti sia finanziamenti a debito sia apporti di capitale di rischio.
Insomma vi sarà bisogno di mettere in campo una ripresa strutturata che sappia rilanciare i settori che più avranno sofferto.
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