Primo maggio, Mattarella: lavoro è priorità
Il Primo maggio, in un periodo di crisi come quello che si sta vivendo, rappresenta una celebrazione che ha molto più peso rispetto agli scorsi anni: non stupisce quindi sentire il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sostenere che il “lavoro è prorità“.
Lo è davvero proprio perché teoricamente non vi è nulla da festeggiare e perché sebbene alcune finestre si aprano sul mercato ciclicamente, non tutti riescono a farle proprie. Licenziamenti ed esuberi sono all’ordine del giorno, di prospettive per i giovani non ve ne sono tantissime e gli accessi sono sempre più difficili: insomma, una situazione tutt’altro che rosea. Qualcosa di cui Sergio Mattarella tiene conto nel suo discorso:
L’Italia ha tutte le risorse per avviare una nuova stagione di crescita inclusiva: può farlo se riduce al proprio interno gli squilibri territoriali, generazionali, sociali, se accorcia i divari presenti nelle conoscenze, nelle tecnologie, nella formazione, nelle infrastrutture. Il lavoro è la priorità e laddove la struttura produttiva e sociale non è più in grado di assicurare quelle condizioni che sorreggono i nostri diritti di cittadinanza, allora la crisi rischia di contagiare le stesse istituzioni rappresentative.
Ora più che mai il lavoratore ha bisogno di essere protetto, onde evitare che gli errori dei datori di lavoro ricadano sulle sue spalle. Questo significa tentare una riforma seria del mercato del lavoro, dando modo ai dipendenti ed agli autonomi di riuscire nel mantenersi a galla ed al contempo favorire un’occupazione che consenta la sopravvivenza a tutti e che deve essere stabile a prescindere dalla tipologia.