Rete unica, è scontro in Agcom

Emerge la necessità per gli investitori di rete unica di rispettare gli schemi proposti dalle autorità.

di Valentina Cervelli 2 Giugno 2022 16:55

Rete unica? È scontro in Agcom.  Non si tratta di esagerazioni: in effetti all’interno dell’autorità di settore vi è un po’ di tensione. E questo è dovuto, come spiegato dalla commissaria Elisa Giomi, dal fatto che gli accordi tra Open Fiber e Tim scavalcano le azioni di regolamentazione del garante.

Quali sono i problemi per la rete unica?

Dichiarazioni che il presidente di Agcom Giacomo Lasorella, chiede alla stessa che non vengano esternate “a mercati borsistici aperti“. E la ragione è semplice da comprendere: le società coinvolte, che hanno già importanti gatte da pelare, potrebbero avere ancora più difficoltà nella gestione del tutto. Soprattutto se a simili dichiarazioni corrispondono poi cali delle azioni a Piazza Affari.

Ma cosa ha detto la commissaria Giomi in grado di rivelarsi così rilevante per la Borsa di Milano e in generale per l’accordo sulla rete unica?

Mentre AgCom era impegnata ad approvare il coinvestimento, Tim e Open Fiber raggiungevano accordi per condividere, fuori dall’articolo 76 del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, le infrastrutture di rete. A distanza di quasi due mesi dall’approvazione di AgCom dello schema finale dell’offerta di coinvestimento si sta verificando quanto avevo precedentemente segnalato. Il mercato detta le regole e il coinvestimento reale prende forma fuori dalle competenze del regolatore di settore.

Secondo il commissario le parti in causa starebbero cercando un percorso alternativo sia a livello di infrastruttura che di governance per la rete unica che non corrispondono a ciò che il garante aveva autorizzato per Tim.

I pareri dell’Antitrust

gualtieri interviene su banda larga

Fattore al quale bisogna aggiungere alcune indiscrezioni che sono emerse relative alla valutazione da parte di AgCom. Su cosa? Sulla  “richiesta di Tim d’indicizzare i prezzi dell’offerta di coinvestimento al tasso di inflazione e sull’eventualità di ritirare la notifica dello schema di coinvestimento alla Commissione europea“. Istituzione che deve dare il suo parere prima che venga adottato il provvedimento finale del Garante italiano.

Lo schema, già analizzato in due consultazioni di mercato ha dato vita a due pareri dell’Antitrust in merito alla rete unica. Ovvero che in questo momento nessun operatore deve avanzare proposte od osservazioni.  E che allo stesso tempo non sarebbe un’azione neutra da parte dell’Agcom il ritirare la notifica alla Commissione Europea. Sia dal punto di vista della procedura che da quello delle aspettative delle aziende coinvolte.

E’ importante ricordare che il modello sottoposto a confronto a Bruxelles prevede che l’impegno sui prezzi sia vincolante sia per Tim che per gli altri interlocutori.  Ragione per la quale sarebbe importante per Elisa Giomi poter contare fin da ora su una idea del ruolo di mercato che potrebbe avere “un monopolista di rete a controllo pubblico“. Questo, dando vita alla rete unica diventerebbe anche un rilevante fornitore per operatori di rete fissa e mobile.

Tecnicamente, continua, non si può “curare l’inflazione con  l’inflazione“.  Frena in tal senso, Lasorella sottolineando che nulla è stato deciso.

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