Ubi-Bper, si lavora per la fusione?
Si lavora sul progetto di una possibile fusione o alleanza tra Ubi Banca e Bper: è questa l’indiscrezione stampa lanciata da Il Sole24ore in merito al futuro dei due istituti. A quanto pare viene considerata possibile l’unione delle sinergie delle due banche per favorirne la crescita.
Perché gradita fusione Ubi-Bper
Secondo il giornale economico questa possibilità di fusione piacerebbe molto a diversi grandi soci che fanno parte del computo azionario delle due ex banche popolari i quali starebbero lavorando dietro le quinte affinché tutto ciò accada. Interpretando i segni del mercato in linea teorica maggiori possibilità di fusione, sia per interessi che per contatti precedenti sarebbero più plausibili tra Ubi Banca e Banco Bpm: detto ciò tra le alternative più gettonate perché sostenute idealmente dagli azionisti vi è Bper. E questo nonostante alcuni ostacoli che un simile accordo potrebbe incontrare lungo il suo cammino. Perché una possibile fusione Ubi-Bper piace tanto? Semplice: quest’ultima è una banca che per dimensioni, qualità degli attivi ed assetto azionario ha la possibilità di offrire di più ed ottenere di meglio se dovesse aver luogo una fusione della stessa con il gruppo guidato da Victor Massiah.
Cosa fa la differenza in possibile fusione Ubi-Bper
Quella che sembra essere la differenza sostanziale, e che deve essere considerata con il reale peso che ha, è proprio la presenza di interlocutori intenzionati a definire e chiudere una eventuale fusione: qualcosa che secondo Il Sole24ore mancherebbe proprio tra le file dell'”eletta” Banco Bpm: è abbastanza chiaro che dopo la fusione datata gennaio 2017, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna non abbia visto emergere dei soci con un peso indiscutibilmente rilevante nel proprio gruppo azionario. E per quanto si possa escludere l’ingresso di un ente come CRT dal discorso, non si può far finta di dimenticare che nonostante la sua importanza lo stesso sia fermo sull’1,2% del capitale, né si possono additare come di peso i fondi di investimento presenti: difficilmente gli stessi lasciano il proprio ruolo di interlocutori passivi.
Anche cercando altri possibili investitori interessati ad una fusione con Ubi Banca è al momento impossibile trovare qualcuno che su carta e per intenzione sia migliore di Bper: Mps, che per un periodo era stata presa in considerazione, non solo ha come azionista di rilievo il Ministero delle Finanze, ma ha il suo da fare per liberarsi degli oltre 10 miliardi di Npl in portafoglio, tema su cui è in corso, tra le altre cose, una trattativa con Bruxelles. Le opzioni quindi, sono limitate. Chi la spunterà alla fine?
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